Terremoto, Di Pangrazio: "Fondi per le imprese destinati altrove"

08 Maggio 2012   17:42  

"E' incredibile che si continui a creare confusione pur di distogliere l'attenzione dei cittadini dalle sciagurate scelte dell'attuale amministrazione regionale. Fondi destinati alla ripresa di un territorio colpito dal sisma, vengono distratti per motivazioni non pertinenti e nel frattempo imprese, lavoratori e famiglie aspettano di poter ricevere i finanziamenti per far ripartire le loro attivita'". E' quanto afferma il consigliere regionale Giuseppe Di Pangrazio, in merito all'interpellanza presentata oggi in consiglio regionale sull' 'Asse VI, riprogrammazione POR FESR Abruzzo 2007-2013. Fondi destinati a fronteggiare gli effetti negativi del sisma che ha colpito la Regione Abruzzo il 6 aprile 2009'.

"Sono circa 300 le imprese dell'aquilano che attendono da piu' di tre anni di riprendere l'attivita' mediante i finanziamenti previsti dall'Asse VI, riprogrammazione POR FESR Abruzzo 2007-2013". 

"I 35 milioni messi a disposizione nel bando - sottolinea Di Pangrazio - sono riusciti infatti a finanziare solo 282 delle circa 600 imprese ammesse. Secondo un calcolo, sarebbero serviti altri 24 milioni per coprire interamente le spese. L'aspetto curioso e che parte di questa somma, 16,1 milioni, si sarebbe potuta coprire tramite i fondi destinati dal CIPE, con la delibera n.116 del 6 novembre 2009, al sostegno economico del territorio regionale gravemente colpito dal sisma.

L'amministrazione regionale - continua Di Pangrazio - ha invece pensato bene di utilizzare tali fondi, non per agevolare la ripresa delle attivita' imprenditoriali nelle aree terremotate, ma per coprire spese inappropriate rispetto alle finalita' per cui erano stati stanziati".

"E' su questi argomenti che si costruisce la credibilita' della politica. I cittadini hanno bisogno di trasparenza. Se ci sono dei fondi per la ripresa delle attivita' lavorative dell'Aquila e dei territori colpiti dal terremoto, li' vanno allocati e non altrove. Invece di incentivare la ripresa si fa di tutto per spingere i cittadini abruzzesi fuori dal proprio territorio. Il presidente della Regione continua a fare il commissario non rendendosi conto che la ricostruzione e' ferma e che continuando cosi' passeranno altri anni prima che l'Aquila ritorni la citta' che era un tempo".


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