Terremoto, discriminati gli inquilini delle case popolari

12 Gennaio 2010   15:38  

Dopo 9 mesi dal terremoto molte famiglie di Inquilini e Assegnatari ATER e dei Comuni del cratere non sono state messe in condizione di rientrare "nemmeno" negli alloggi classificati A, cioé agibili, mentre in quelli classificati B e C non sono ancora iniziati i primi lavori di pronto intervento e di ripristino delle condizioni di sicurezza antisismica. Lo denuncia il segretario del sindacato inquilini Pio Rapagnà.

Quasi tutte le famiglie assegnatarie di alloggi pubblici classificati E ed F - afferma Rapagnà - in assenza di un apposito piano di recupero con adeguamento sismico e ricostruzione, si trovano davanti a tempi lunghissimi per la cosiddetta "ricostruzione pesante". Allo stato attuale - sostiene il sindacato - la situazione complessiva delle "agibilità" e delle "inagibilità" di tutta la Edilizia Residenziale Pubblica dell'Aquila e dei Comuni del cratere colpiti dal terremoto è "ancora" la seguente: il 54,4 % con esito A - 2.176 alloggi sono stati dichiarati agibili; il 15,6% con esito B - 624 alloggi dichiarati temporaneamente inagibili, ma resi agibili con provvedimento di pronto interevento; il 3,9% con esito C - 156 alloggi dichiarati parzialmente inagibili; l'1,3% con esito D - 52 alloggi dichiarati temporaneamente inagibili da rivedere con approfondimento; 21,3% con esito E - 852 alloggi dichiarati totalmente inagibili; il 3,5% con esito F - 140 alloggi dichiarati inagibili per rischio esterno. "Praticamente - conclude Rapagnà - quasi 2.000 famiglie di alloggi classificati A e altre 800 famiglie di alloggi classificati B e C avrebbero già potuto rientrare nelle loro abitazioni, ma non lo hanno potuto fare perché Protezione Civile, Provveditorato interregionale alle opere pubbliche e Commissario delegato non hanno attuato un 'piano di interventi urgenti per il loro rispristino'".


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