Terremoto: l'Emilia in ginocchio, e la terra trema anche al Sud. 70% delle case a rischio crollo

29 Maggio 2012   11:03  

"Sale con trascorrere dei mesi la tensione tra gli abitanti dell’area del Pollino, nel nord della Calabria, vicino al confine con la Basilicata, a causa dello sciame sismico che da un anno ha fatto tremare la terra quasi 550 volte. Scosse solitamente di bassa entità, ma anche medie-alte, come quelle che hanno colpito l’area lunedì mattina alle 4 e che hanno fatto segnare una magnitudo di 4.3 e 3.2. Il continuo ripetersi dei fenomeni sismici ha fatto salire alle stelle la tensione tra gli amministratori e gli abitanti della zona, che in più di un’occasione si sono riversati per le strade." Così scriveva ieri il Giornale della Calabria.

Al nostro telefono il professore Alessandro Martelli, del Centro Ricerche Enea di Bologna in un’intervista molto lunga e di grande interesse ci aveva parlato giorni fa del rischio sismico al sud Italia.

“Al momento c’è molta proccupazione per il sud Italia - ha spiegato Martelli - nella zona che va dalla Campania alla Sicilia, ma in particolare a preoccupare sono la zona della Calabria meridionale e quella della Sicilia orientale.” Potrebbe non fare il terremoto in quelle zone, ma in questo periodo storico la zona più a rischio è quella del Sud. C’è solo una considerazione, ma fondamentale per Martelli: “Questi studi ci possono dire su quali zone è urgente agire sul controllo e il consolidamento delle strutture. In generale in Italia è stato stimato che il 70% delle strutture è a forte rischio di cui si devono fare carico le istituzioni tutte, anche quelle locali.”

Martelli  partecipa come uditore agli studi del professor Panza, dell'Università di Trieste.

Studi innovativi, per l’Italia, e molto osteggiati dalla scienza cosiddetta ufficiale. 
Gli studi di Panza avevano evidenziato il rischio : “Il 1° marzo si erano presentate le condizioni per allertare l’area Nord (che per la sismologia è un’area però vastissima che va dal nord della Iugoslavia fino all’Abruzzo) in una fascia ristretta e definita. I nostri risultati sono stati presentati agli esperti, anche a quelli della Commissione Grandi Rischi. Il 4 maggio c’è stata la prima vera riunione con la Grandi Rischi, con i sismologi ufficiali e si è discusso animatamente.”

Quello che Martelli sottolinea è che questi studi non hanno nessun intento allarmistico: “Per non creare ingiustificato panico vengono consegnati solo a esperti e istituzioni, ma l’Italia fatica ad accettarli, molti non sono disponibili a considerare validi studi che hanno approcci diversi dalla tradizione.”

E in Calabria l'attenzione è alta, questa mattina si svolgerà a Castrovillari (Cosenza) una riunione operativa della Protezione civile regionale. Riguarderà tutti i sindaci della zona interessata, i responsabili degli uffici comunali di protezione civile, gli uffici tecnici e le associazioni di volontariato.

Il sottosegretario della Protezione civile regionale Franco Torchia  ha rassicurato: ''Comprendo bene i timori della popolazione per le scosse avvertite la notte scorsa nella provincia di Cosenza, ma non bisogna creare allarmismi nei cittadini e non intendiamo per nessun motivo abbassare la guardia. Conosciamo la fragilità del territorio calabrese e non servono maghi per predire che la Calabria continuerà a tremare.'' 

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