Ai confini del cratere, lungo la valle dell'Aterno, si incontra Tione degli Abruzzi, splendido borgo immerso nell'incontaminato paesaggio del Parco Sirente-Velino. Stava conoscendo un nuovo protagonismo nel turismo. Poi è arrivato il terremoto, che ha reso inagibile il 50% delle abitazioni,ed è un miracolo che non sia morto nessuno. Quasi tutti i tionesi sono rimasti tenacemente in loco ospiti della tendopoli, e ad incupire gli animi non è in questi giorni la pioggia e l'umidità che entra nelle ossa, ma la consapevolezza che se il Decreto Abruzzo non cambierà nel loro paese difficilmente potranno tornare a vivere. Il perché ce lo spiega il sindaco Alvio Vespa: molte abitazioni lesionate dal sisma e pericolanti sono seconde case, case disabitate, stalle e pagliai che nessuno probabilmente avrà interesse a ristrutturare, senza adeguati finanziamenti. E queste abitazioni per di più rendono inagibili anche molte case dirimpettaie uscite indenni dal sisma. "Lo Stato – si accalora il sindaco - deve intervenire come ha fatto in Umbria dove sono stati ristrutturati tutti i centri storici, a prescindere dalle prime e seconde case, altrimenti per Tione sarà davvero la fine. "Si legge ancora su un muro, attraversato da una crepa, una scritta sbiadita del ventennio: “Noi siamo contro la vita comoda”. Ha che di ironico vista la situazione, sembra uno spot governativo.
Filippo Tronca