Torino e il cioccolato: alla scoperta del cioccolato piemontese

21 Novembre 2021   11:00  

Torino è diventata una delle città italiane del cioccolato a partire dal 1560, quando il re Emanuele Filiberto del Ducato di Savoia, per festeggiare il trasferimento della capitale del regno da Chambery al capoluogo piemontese, decise di offrire a tutti i componenti della sua corte una tazza di cioccolato caldo. 

Così, già dal 1600 iniziò il rito della Merenda Reale, tutt’oggi un’abitudine di moltissime persone che 100 anni dopo, vide accogliere tra le sue leccornie di base una cioccolata calda fatta con acqua e cioccolato fondente, in cui si inzuppavano dei biscotti chiamati “Bagnati”. 

Da quel periodo l’amore per la cioccolata crebbe sempre di più, fino a portare alla produzione di prodotti ancora oggi molto gettonati, come i gianduiotti e la famosa barretta di cioccolato fondente Venchi. Ancora una volta l’Italia si vede eccellere dal punto di vista culinario, complice la qualità delle materie prime e la laboriosità delle aziende produttrici. 

 

Gianduiotto - cioccolatino tipico del capoluogo piemontese

Questo è sicuramente il cioccolatino più rappresentativo di Torino ed è anche uno dei cioccolatini più famosi al mondo. 

La storia vuole che il gianduiotto sia uno dei prodotti di cioccolateria più antichi del Piemonte, nato nel 1806 a causa di un blocco continentale imposto da Napoleone a discapito dei prodotti inglesi. Questo blocco infatti vietò l’importazione di prodotti come il cacao che divennero man mano sempre più difficili da reperire. 

Fu così che per ovviare alla mancanza di cacao, si decise di sostituire questo ingrediente con delle nocciole, prodotto tipico delle colline piemontesi. Il nome di questo cioccolatino fu assegnato in collegamento alla maschera torinese Gianduia, il cui cappello ricorda la sua forma. 

 

Cioccolateria piemontese – Altre leccornie

Altra perla della cioccolateria piemontese è il bicerin, ovvero “bicchierino”, una bevanda analcolica torinese che prende origine da una leccornia datata 1700 dal nome “bavareisa”, formata da caffè, cioccolato e crema di latte e servita rigorosamente in piccoli bicchieri tondi e trasparenti. Si narra che il Bicerin abbia allietato i palati di celebri viaggiatori, come Alexander Dumas figlio, Silvio Pellico e Nietzche. 

Nella città di Torino tutt’oggi vi sono realtà risalenti al 1858 che tra soffitti colorati e pareti decorate, permettono di assaporare questa gustosa bevanda, a conferma di quanto questo capoluogo sia una realtà autentica dove è possibile conoscere la tradizione del cioccolato italiano, quello nato dall’innovazione e dalle virtù locali. 

Un altro frutto prezioso della cioccolateria piemontese è il cremino, un cioccolatino formato da uno strato di gianduja, uno al cioccolato puro e uno di sola nocciola. La sua forma ricorda un cubo leggermente schiacciato e i vari strati lo colorano di tre nuance diverse. 

Molto gradito è anche il boero, prodotto maggiormente nel territorio cuneese, che consiste in un cioccolatino ripieno di liquore spesso conteso tra Italia e Svizzera dal punto di vista delle origini. 


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