Torna Michele Santoro: "Servizio Pubblico" sulle tv private, in Abruzzo in onda su Rete8

Prima puntata giovedì 3 novembre

01 Novembre 2011   09:41  

Michele Santoro lo aveva annunciato dopo l'epurazione dalla Rai, con la quale, chiarisce "non ha chiuso per sempre". All'inizio lanciò l'idea di "un euro a telespettatore", da lì si è passati a 10 euro, piccole somme per una vera scommessa mediatica. Non più la televisione di Stato, ma nemmeno le tv private nazionali, l'unico canale a spuntarla, di carattere nazionale, è Sky. Per il resto la trasmissione di Santoro sarà in onda sulle principale tv regionali private.

Il 3 Novembre alle ore 21.00 Santoro conduce "Servizio Pubblico" e i telespettatori potranno seguirlo su questi canali

Satellite
SkyTG24, Canale 100, Canale 504

Piemonte
Telecupole ch 15, Videogruppo ch 18

Val d’Aosta
Telecupole ch 15, Videogruppo ch 18

Lombardia
Telelombardia ch 10

Trentino Alto Adige
Rttr ch 10

Friuli Venezia Giulia
Free ch 17 Veneto, Telenuovo ch 11, Antenna3 nordest ch 13

Emilia Romagna
Nuovarete ch 73, Telereggio ch 14, Telesanterno ch 18, Telemodena ch 15, DiTv ch ch 90

Liguria
Primocanale ch 10

Toscana
Rtv 38 ch 38


Umbria
Umbria tv ch 10

Marche
TvCentro-Marche ch 10

Lazio
TeleRoma 56 ch 15, T9 ch 13, Extra Tv ch 94

Abruzzo
Rete 8

Campania
Telecapri ch 76

Puglia e Basilicata
Telenorba ch 10

Calabria
Videocalabria ch 10

Sicilia
Antenna Sicilia ch 10

Sardegna
Tcs ch 13

Programmate 26 puntate di Servizio Pubblico fino a giugno.
Marco Travaglio
racconterà a Servizio Pubblico la balla della settimana!

Il programma di Michele Santoro  conta 80 mila sottoscrittori, ed è firmato da Chiara Paolin del "Fatto quotidiano" Non è capodanno, ma poco ci manca. Il conto alla rovescia scivola veloce verso il 3 novembre mentre la gente continua ad arrivare. I sottoscrittori hanno investito almeno 10 euro - e la fiducia di tutta una vita - nella scommessa di Michele Santoro, nel Telesogno di vent’anni fa, scacciato con progressivo disagio da Mediaset, Rai e La7, che diventa oggi materiale nella rete più sottile e fragile del sistema mediatico: web, sito, facebook, tv locali, satellite Sky (periferico ma provvidenziale).

La squadra è pronta al lancio e ieri Santoro ha spiegato a Radio24 l’emozione della vigilia: “Innanzitutto abbiamo deciso di chiamare la trasmissione Servizio Pubblico, come il sito su cui ci siamo appoggiati fin qui. “Comizi d’amore” era un bel titolo, e sicuramente faremo qualcosa in omaggio al genio attualissimo di Pasolini. Ma abbiamo sentito un grande entusiasmo nelle prime settimane di lavoro, e una forte appartenenza a questo nome, quindi ce lo teniamo”.

"Servizio Pubblico" è anche il nome dell’associazione con oltre 77mila fan su facebook su cui confluiscono le donazioni. “E’ una nuova forma di azionariato popolare - ha detto Santoro -. Servizio Pubblico farà parte della società che produrrà le puntate".

Anche il Fatto Quotidiano ha una partecipazione (il 17,5%, investimento di 350 mila euro) e dopo i primi due milioni di euro raccolti per avviare l’impresa (coinvolto anche l’editore Aliberti) ora bisogna fare i conti.

Costi di produzione:
250mila euro a puntata, poi se si arriverà a quota 100mila sostenitori, il budget sarà in equilibrio e le otto puntate fin qui previste andranno certamente in onda. Per far decidere agli utenti se ne valeva o meno la pena. Per adesso, i primi video caricati sul sito hanno avuto un buon successo: le interviste ai poliziotti in piazza il 15 ottobre che svelavano l’altra faccia del sabato nero e le testimonianze più drammatiche delle contestazioni, inclusa l’intervista al quindicenne investito da un blindato a piazza San Giovanni.

Molto cliccato anche il - tentato - colloquio tra Stefano Bianchi e il ministro Saverio Romano, per strappargli un commento alla richiesta di dimissioni fatta dal presidente della Camera Fini. Infine, l’immancabile chicca del responsabile Scilipoti, sempre aggiornato sulle strategie di governo. Tutta roba che sugli schermi Rai si sarebbe vista con piacere. Ci sono ancora speranze?

"Dirmi che non mi rivedrete più in Rai mi sembra una maledizione. Ciò che stiamo facendo è anche un atto d’amore nei confronti del servizio pubblico. L’ho detto e lo confermo, io sono della Rai ma non potevo continuare a lavorare contro la volontà del mio editore. Io non solo dovevo lavorare e fare profitti ma poi dovevo difendermi coi miei soldi dalle aggressioni che l’azienda mi faceva, usando i soldi che noi stessi avevamo portato nelle loro casse. Un paradosso insopportabile. Era uno stress psicologico enorme".

Continua Santoro: “Solo in Italia si considera la politica arbitro dell’informazione. La prima cosa da fare per rendere l’Italia un Paese normale è allontanare i politici dall’informazione. Finché noi giornalisti non ci indigneremo per questo vuol dire che saremo in una condizione di semilibertà. Con La7 al momento dell’accordo è venuta fuori una richiesta di poter sottoporre ogni nostra azione della trasmissione a verifiche del loro ufficio legale. Questo in violazione dei contratti che tutelano l’autonomia dei giornalisti” ha spiegato.

E all’intervistatore che chiedeva se la denuncia dei condizionamenti combaciasse con una condanna della categoria, Santoro ha detto così: "Io mi posso permettere, grazie alla mia popolarità e alla mia età, di affrontare un’avventura diversa. Io ci provo a forzare una situazione che tutti conoscono, che non ci lascia esprimere liberamente. Io lo faccio anche per gli altri, anche per coloro che accettano questa situazione".

Chi ci sarà?
Quali ospiti e argomenti per partire? Lunedì prossimo la conferenza stampa ufficiale, nel frattempo la lunga lista della adesioni tra chi vorrebbe andare a dire qualcosa sul Servizio Pubblico. Come Giuliano Pisapia, Franca Rame, Antonello Venditti, Massimo Zedda, Flavio Zanonato, Flavio Tosi, Daniele Silvestri, Dario Fo, Sabrina Ferilli, Nichi Vendola, Roberto Saviano, Umberto Ambrosoli, Riccardo Scamarcio, Pierfrancesco Favino, Fiorella Mannoia, Isabella Ferrari, Barbara Spinelli. Avanti, c’è posto.

 


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