Tra i vicoli di Castel del Monte, voci dall'Italia arroccata nella bellezza

Ottavo Festival nazionale dei borghi più belli d'Italia

22 Settembre 2013   09:25  

Rossana, che ha lasciato la città ed è tornata nella sua Pietrapertosa, in Lucania, dove il futuro è appeso ad un filo o meglio ad una funicolare da cui migliaia di turisti sperimentano il volo dell'angelo.

Adriano, che in Calabria resta ad allevare suini neri neri tra i querceti e le vigne abbandonate a seguito dell’emigrazione di massa. Ivan che dopo aver perso il lavoro non ha cominciato a bere, ma a produrre grappe e liquori.

Giacomo che con altri cocciuti montari è riuscito a salvare dallo spopolamento la sua Ostana, pietra dopo pietra, quelle delle antiche malghe.

Maria, che è arrivata dalla Daunia a offrire sublimi e sugose orecchiette, impastate con farina di grano abbrustolito, ovvero quello che i poveri andavano a spigolare nei campi dati alle fiamme dopo il raccolto.

Le donne di san Basile in Calabria che intonano per i passanti antichissimi canti arbereshe.

E Giulio, fiero caciottaro e pastore di Castel del Monte che non capisce perché ci sono giovani che vanno a sacrificare la loro dignità di lavoratori giù in città, quando potrebbero vivere dignitosamente di pastorizia su a Campo Imperatore pascolando le pecore. Se non fosse, beninteso, per le tasse e i burocrati che ti massacrano.

Andrea, che dalla sua piccola Tenno non se andrebbe mai perchè, spiega, in un paese puoi condividere anche la povertà.

Nei tempi bui del tardo-capitalesimo, questi ed altri incontri sono stati possibili a Castel del Monte in Abruzzo, teatro dell’ottava edizione del Festival Nazionale dei Borghi Più Belli d’Italia, a cui hanno preso parte un centinaio di comuni provenienti da tutte le regioni in rappresentanza dei 219 associati.

Non è solo la bellezza architettonica del borgo, è stato spiegato, il requisito escusivo per entrare a far parte dell’associazione, ma anche la qualità della vita dei suoi abitanti. La tutela dell’ambiente circostante, la socialità, la cultura e l'arte che viene espressa. L’essere un borgo vissuto, e non una vetrina ad uso dei turisti, dove passando per strada vedi insomma le mutande e i calzini appesi ad asciugare alla finestra. Borghi belli dentro. Con persone che accorciano le distanze con i sorrisi.

Al netto delle inevitabili iperboli dettate dal marketing turistico, questi requisiti forse, anzi, assai probabilmente, non fotografano lo stato delle cose presenti.

Ma almeno indicano un percorso che va nella direzione opposta rispetto a quella intrapresa nel sedicente Bel paese, dove si fa di tutto per distruggere la bellezza, dove si fa quotidiano teppismo edilizio nei confronti del paesaggio, dove, anche nel cratere sismico aquilano, tanti paesi muoiono di rassegnazione e risentimento, di maldicenza e di tribalismi amorali.

Nel reportage, in ordine di apparizione:

Fiorello Primi, presidente Associazione Borghi più belli d'Italia; Giulio Petronio, Castel del Monte (L'Aquila); Giacomo Lombardo, Ostana (Cuneo); Maria de Rosa, Roseto Val Forte (Foggia); Rossana Santoro, Pietrapertosa (Potenza); Andrea Marocchi, Tenno (Trento); Ivan Piergallini, Castel Gandolfo (Roma), Adriano Ferrari, Altilia (Crotone).

IL VIDEO COMPLETO

di Filippo Tronca

montaggio: Alessandro Di Giacomantonio

 


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