Trasatti (Cgil): "Ricostruzione, felici dei provvedimenti per le regioni del nord"

Riceviamo e pubblichiamo

10 Novembre 2012   12:36  

In questi giorni le polemiche politiche si sono concentrare sul cosiddetto concorsone, lasciando tuttavia in secondo piano quello che per noi era e resta il problema principale di questa città: la certezza dei fondi per la ricostruzione, la tranquillità dei cittadini e delle imprese di poter contare con sicurezza sui finanziamenti che serviranno alle zone terremotate.

Per quanto riguarda il concorsone, poche parole basteranno a ribadire la posizione della Cgil: le prove vanno fatte nei tempi e con le modalità previste, l’entrata in servizio di dipendenti è il requisito imprescindibile per consentire alle amministrazioni locali di gestire le pratiche, ogni ulteriore rinvio ritarderà la ricostruzione della città e dei paesi rinviandola a tempi imprecisati. Tutto ciò mentre siamo consapevoli che da solo il concorsone non risolverà i problemi degli enti per quanto riguarda gli organici necessari, sui quali comunque si dovrà tornare.

E proprio per questi motivi che l’incertezza sui fondi rischia di diventare un elemento pesantissimo non solo di scontro politico ma anche di blocco dei cantieri. Da una parte il governo cerca di velocizzare il concorsone (e quindi la gestione burocratica della ricostruzione), dall’altro però decide di eliminare il contributo agevolato e passa a quello diretto. Un comportamento che sembra contradditorio: da una parte semplifica le procedure ma dall’altra non chiarisce come e quando i finanziamenti saranno disponibili. Nei giorni scorsi qualcuno aveva sollevato il problema e si è sentito rispondere che il governo deciderà anno per anno, mettendo sui singoli bilanci statali la somma da destinare alla ricostruzione dell’Aquila e dell’Abruzzo. Per capire il rischio che corriamo basta ricordare quanto è accaduto a un cittadino che aveva completato le pratiche e avuto le autorizzazioni (e quindi era convinto di poter aprire il cantiere) ma è sentito rispondere che i fondi sono finiti e che dovrà aspettare non si quando i nuovi finanziamenti sotto forma di contributi diretti.

Per quanto ci riguarda crediamo che le guerre tra poveri avvantaggino soltanto la cattiva politica e la cattiva amministrazione. Per questo siamo davvero contenti che i terremotati dell’Emilia Romagna e delle altre zone del Nord abbiano avuto la certezza dei finanziamenti necessari all’intera ricostruzione: 12 miliardi di euro che non verranno decisi anno per anno sui singoli bilanci statali e con il contributo diretto, ma che sono stati assegnati integralmente (tutti e subito) con un prestito alle banche da parte della Cassa depositi e prestiti. Lo stesso meccanismo che ha dimostrato di funzionare all’Aquila e che permesso l’avvio dei nostri cantieri.

Se questo meccanismo presenta dei problemi, a cominciare dal fatto che il denaro resta per troppo tempo nelle casse delle banche, questi problemi vanno risolti per quelli che sono e non con norme che rischiano di bloccare l’intero processo di ricostruzione rinviando a stanziamenti che diversi governi decideranno anno e per anno e senza che i cittadini e le aziende avranno alcuna certezza né sui tempi né sulle somme a disposizione.

Gli aquilani e gli abruzzesi comprendono benissimo le difficoltà, le paure e l’ansia delle altre zone terremotate del nord Italia (ci mancherebbe) ma proprio per questo hanno bisogno anche loro di essere tranquillizzati non con parole e promesse ma con provvedimenti che diano certezza del futuro anche a questo territorio.


Oroscopo del Giorno powered by oroscopoore