Trasferimento Magani, Pezzopane presenta interrogazione al Ministro Bray

03 Gennaio 2014   16:07  

Perché il Ministro Bray ha deciso di trasferire il dott. Magani a Pompei, interrompendo il lavoro virtuoso condotto finora per L’Aquila e il cratere?

Lo chiede la senatrice Stefania Pezzopane al Ministro dei Beni e delle Attività Culturali, in un’interrogazione presentata al Senato, con la quale si intendono chiarire non solo i motivi del trasferimento, ma anche se corrisponde al vero che il Ministro abbia intenzione di conferire per la Direzione regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici dell’Abruzzo un incarico ad interim, cosa che provocherebbe una battuta d’arresto alla ricostruzione del patrimonio aquilano, vista l’accelerazione impressa dal dott. Magani negli ultimi tempi.
Nell’interrogazione, che giunge dopo l’appello rivolto al Ministro, la senatrice sottolinea come il Direttore regionale, che riveste il suo incarico dal 1 dicembre 2010 all’Aquila, abbia rispettato con assoluto rigore la tabella di marcia dei lavori e degli impegni che la Direzione Regionale si è prefissata alla fine del periodo del Commissariamento, con il crono programma 2013-2021.
“I cantieri previsti nel 2013 sono stati avviati- afferma Pezzopane- Alcuni sono in fase di esecuzione, come i lavori delle mura urbiche, il Teatro Comunale; il teatro San Filippo, altri sono già stati restituiti alla città come il Palazzetto dei Nobili e l’Oratorio San Giuseppe dei Minimi in pieno centro storico e Porta Napoli. Tutto procede a ritmo sostenuto, rispettando tempi e scadenze. Invece di continuare su questa strada, il Ministro Bray, che nelle sue recenti visite all’Aquila ha dichiarato più di una volta come la ricostruzione del cratere sia una priorità, anzi un dovere del governo nazionale, pensa bene di interrompere questo trand positivo e di trasferire il dott. Magani a Pompei.
Possibile che tra le tante professionalità di cui il Ministero può disporre non ve ne sia qualcuna che possa occuparsi del caso Pompei, indubbiamente un’emergenza a livello nazionale, senza che questo significhi abbandonare L’Aquila a se stessa e metterla in secondo piano?
Anche L’Aquila è una priorità e un’emergenza nazionale, come lo stesso Ministro ha riconosciuto più di una volta, e dobbiamo essere trattati come tali.
Trasferimenti o possibili incarichi ad interim potrebbero arrecare una secca battuta d’arresto al lavoro di ricostruzione. Dopo tanti ritardi, L’Aquila ha bisogno di certezze”.


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