Da qualche tempo in Val di Sangro è diventata una routine: un calo di corrente, il motore si ferma, la macchina smette di funzionare. A volte è solo questione di secondi, quanto basta per mandare in tilt l’intera attività produttiva. Troppi black out, in quello che è il cuore pulsante dell’economia abruzzese, che rendono difficile il lavoro di aziende come Sevel, Ergom auto motive, Prima Eastern spa, Honeywell srl, e di tutte le altre che popolano l’area. Proprio la Ergom automotive spa, con i suoi 250 dipendenti, ad esempio, ha rilevato l’altroieri la 29esima interruzione di attività. “Se rapportata ai 120 giorni dell’anno, fa il 23 per cento di giorni di disservizio reti Enel”, dice il direttore Vincenzo Pellicanò. Situazione simile anche alla Sevel, che con i suoi 6mila dipendenti è la più grande fabbrica d’Europa a produrre veicoli commerciali e che, negli ultimi tempi, ha dovuto fronteggiare microinterruzioni di uno - due secondi. Per fortuna però, l’ufficio stampa Fiat di Torino fa sapere che questi piccoli “ buchi”, non creano particolari problemi. Situazione più preoccupante, invece, alla Prima Eastern spa (120 dipendenti) in cui, almeno una volta al giorno, si registrano cali di tensione. “Non vogliamo fare polemiche”, ha affermato il direttore Ermanno Zoino, “ma siamo al collasso”. I problemi , però, non finiscono qui, ci si mettono anche i “cattivi” collegamenti tra un’industria e l’altra. “Abbiamo soltanto una strada ed è pure malmessa”, sottolinea Pasquale Gualtieri, direttore Risorse umane della Honeywell srl. E aggiunge: “il collegamento, poi, con i due centri vicini più grandi, Lanciano e Atessa è insufficiente, per non parlare del servizio pubblico che si traduce in quattro navette al giorno”. Dati, troppo spesso trascurati o meglio oscurati dalle cifre a tanti zeri provenienti dai fatturati di queste aziende, ma che a lungo andare vanno ad incidere sulla loro competitività. Sono proprio loro infatti a produrre il 33 per cento delle merci che l’Abruzzo esporta in tutto il mondo.
(ip)