Truffa fondi Giovanardi: il vescovo D'Ercole dall'altare al banco degli imputati

17 Febbraio 2012   12:19  

Fa scalpore a L'Aquila la richiesta di rinvio a giudizio per il monsignor Giovanni D’Ercole, nell'ambito dell'inchiesta della pm Antonietta Picardi sulla tentata truffa in merito ai 12 milioni di euro stanziati per interventi sociali a favore delle popolazioni terremotate.

Insieme a D'Ercole, per il reato di concorso in tentata truffa aggravata e continuata sono imputati Fabrizio Traversi, 63 anni medico aquilano ex-dirigente del disciolto Ente italiano della montagna, Gianfranco Cavaliere, 35 anni, fedelissimo dell'ex sotto-segretario Carlo Giovanardi, e coordinatore aquilano della sua corrente politica, Silvano Cappelli, sindaco di San Demetrio ne’ Vestini, Nicola Ferrigni presidente di Eurispes Abruzzo.

Traversi e Cavaliere sono accusati anche di estorsione nei riguardi dell'imprenditore aquilano Angelo Taffo, presidente di Confartigianato Abruzzo. Ma di cosa è accusato invece il vescovo Giovanni D’Ercole? Per la Procura deve rispondere del reato di rivelazione di segreti inerenti a un procedimento penale.

Questi i fatti. Il 21 settembre 2011 il vescovo viene ascoltato dagli inquirenti come persona informata dei fatti in merito agli strani movimenti intorno ai 12 milioni di euro di fondi per il sociale, e in merito alla Fondazione Abruzzo solidarietà e sviluppo, sponsorizzata dalla Curia dell'Aquila e considerata dalla Procura lo strumento, improprio, per controllare, orientare e anche distogliere parte di quei 12 milioni di euro. Neanche un'ora dopo l'interrogatorio D'Ercole chiama Fabrizio Traversi i e fissa con lui un incontro a Roma.

A seguito di quell'incontro si sarebbero verificati ripetuti tentativi di ostacolare le indagini. Volevo redimerlo, spiegherà in seguito D'Ercole. E dirà ancora D'Ercole all'indomani della sua iscrizione nel registro degli indagati: "Può capitare di incappare in cattive compagnie" e a ancora, nel corso di un'intervista televisiva su La7: ''Io non amministro soldi, sono pastore di anime, ma quando uno tocca qualcosa e' difficile rimanere con le mani pulite. Il denaro e' una grande tentazione. Per me non lo e' mai stato perche' non li ho mai amministrati. Io vescovo prendo 1128 euro al mese e con quelli devo vivere.''

D'Ercole è stato poi suo malgrado protagonista di una telefonata intercettata e rivelata dalla trasmissione di Rete8 Sotto inchiesta, in cui D'Ercole si raccomanda con l'allora sottosegretario Giovanardi per far arrivare velocemente i fondi alla Fondazione solidarietà e sviluppo.

Va ricordato che quei 12 milioni di soldi pubblici che dovrebbero con urgenza servire a costruire nel cratere sismico asili nidi, residenze per anziani e per ragazze madri, per attivare servizi alle persone più in difficoltà, ad oggi sono congelati ed inutilizzati.

Ed intono ad essi si è scatenata una guerra tra il Comune dell'Aquila da una parte e l'ex-sottosegretario Giovanardi dall'altra. Il Comune dell'Aquila, che ha recentemente querelato Giovanardi, ha denunciato il boicottaggio dei progetti presentati. a seguito del rifiuto da parte dello stesso Comune, di aderire alla Fondazione controllata dagli imputati, imputati che Giovanardi ha sempre difeso, definendo surreale l'inchiesta della Procura dell'Aquila.


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