UNIVAQ Psicologia, dopo il passaggio a DISCAB, si torna a parlare di test d'ingresso

04 Aprile 2016   10:58  

All’Università degli studi dell’Aquila si ripropone la tematica del numero chiuso a Psicologia, questa volta per il corso di laurea magistrale in Psicologia Applicata, Clinica e della Salute.

Nel Maggio 2014 il Senato Accademico decise di inserire il numero chiuso per la triennale di Scienze Psicologiche Applicate (insieme a Scienze Biologiche e Biotecnologie) nonostante il parere negativo del CDA e del Consiglio Studentesco.

Ad Ottobre 2015 il TAR ha giudicato illegittima tale decisione ed oggi, dopo pochi mesi, si torna sull’argomento.

Sono anni ormai che il Ministero dell'Istruzione e le amministrazioni delle università propongono il numero chiuso, a causa degli spazi carenti, per eliminare quella fetta di popolazione studentesca che va “passeggiando” negli spazi universitari e così innalzare il livello universitario. La nostra associazione Link Coordinamento universitario, analogamente si batte da anni per mantenere il numero aperto e garantire il libero accesso alla cultura e alla didattica a chiunque voglia mettersi alla prova con gli studi.

Da un anno Link-Studenti Indipendenti a L’Aquila pronuncia la propria contrarietà al numero chiuso.

Perché riteniamo condizione necessaria l'accesso libero alla cultura, la scelta libera di affrontare o meno un corso di studi, consideriamo questa componente fondamentale per la crescita sociale e culturale di un paese libero e democratico, quale il nostro, senza sbarramenti all’ingresso che impedirebbero in una maniera a dir poco inadeguata ad uno studente di intraprendere un percorso culturale di diritto.

Crediamo nelle nostre università e nella formazione che ci viene conferita, proprio per questo siamo e saremo sempre contro il numero chiuso e rivendicheremo a gran voce l'esatto opposto: maggiori spazi e maggiori finanziamenti.

Il minor numero degli studenti non è certo indice di “buona università”, ma quest’ultima dovrebbe basarsi su una didattica adeguata, su spazi adeguati, sulla qualità di ciò che è e non sulla quantità.

E di certo la qualità non può essere determinata da un mero test all’entrata.

Laddove il ministero e le università chiudono i corsi di laurea, lì ci siamo noi a rivendicare il contrario; lasciare il numero aperto e potenziare le strutture, le aule, i laboratori, i docenti, la didattica. Il nostro è sempre stato un paese con un alto tasso di “fuga di cervelli”, e lì dove questi trovano rifugio hanno la possibilità di crescere ed emergere. 

Link- Studenti indipendenti lo scorso Novembre ha presieduto al Senato accademico contro il passaggio del corso di psicologia al dipartimento DISCAB: e non perché siamo dei ragazzi che fanno i capricci, ma persone consapevoli delle materie e dei corsi che il dipartimento DISCAB ha al suo interno e non riteniamo idoneo tale spostamento, a partire dalla pianificazione didattica che ci potrebbe essere, sino alla sinergia culturale che si può creare con altri insegnamenti e studenti del dipartimento afferente (analogia assente al DISCAB viste le poche convergenze con Psicologia). Il passaggio dei corsi dell’area psicologia al dipartimento DISCAB è stato approvato in senato accademico e in Consiglio D’Amministrazione e, nonostante gli sforzi per far passare inosservato il cambiamento, iniziano ad emergere i primi disagi con alcuni docenti che, contrari allo spostamento, non intendono più dedicarsi al corso di laurea come facevano a MESVA.

Preso atto da parte dei nostri rappresentanti in CAD della proposta del numero chiuso per il corso di laurea magistrale in Psicologia Clinica, Applicata e della Salute( LM/51), gridiamo a gran voce il nostro dissenso. In questa città per cui gli studenti universitari sono una grande risorsa la situazione post terremoto non è stata ancora assestata e, di conseguenza purtroppo, la città dell'Aquila non è una meta tanto appetibile: le iscrizioni sono già in calo. Oltre ad un punto di vista sociale e di sviluppo del territorio, la questione è anche politica. Si legge nel documento arrivato ai rappresentanti “tale esigenza deriva dai vincoli ministeriali circa l'accensione dei corsi in funzione della sostenibilità”.

 In pratica, non avendo adeguati spazi per accogliere una popolazione studentesca con una modalità d'accesso libero, si preferisce chiudere un corso di laurea. Ed è in questo passaggio che noi ci inseriamo: chiediamo a gran voce di aumentare i finanziamenti universitari, così da garantire un accesso forte e libero di studenti che nutrano la linfa vitale dell'università.

Il numero chiuso non è una risposta, non è nemmeno una soluzione; è semplicemente una toppa inserita in un sistema che vuole delle risposte immediate e semplici, eliminando a priori la possibilità di studiare a milioni di studenti che per questa o quella ragione non passano il test d'ingresso.

Al CAD di Psicologia i nostri rappresentanti Massimo Zuppardi e Giulia Vencato si pronunceranno contrari al test d'ingresso, oggi e sempre.

Rivendicheremo le nostre ragioni che argomenteremo con i docenti e studenti.


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