Un'appuntamento a Casoli per il congresso degli abruzzesi nel mondo

28 Ottobre 2016   07:19  

Si apre oggi a Casoli, in provincia di Chieti l’annuale e tradizionale appuntamento con il congresso del CRAM. Un evento che ci ha abituato negli ultimi anni ad una ricorrente e pedissequa ritualità che lascia poco spazio alle novità a parte, per quanto riguarda quest’anno, la durata.

L’inizio ufficiale è previsto infatti per il giorno 28 con un’estensione dei lavori che arriverà sino al 31 di ottobre. Ben quattro giorni di incontri a cui và aggiunto il giorno 27 dedicato al ricevimento dei delegati che arrivano da tutto il mondo dove è presente l’emigrazione abruzzese.

Il Consiglio Regionale degli Abruzzesi nel Mondo è composto da 36 membri individuati tra rappresentanti delle Associazioni Abruzzesi all’estero, un rappresentante delle associazioni italiane fuori regione, un rappresentante dell'Osservatorio per l'Emigrazione, rappresentanti del Consiglio Regionale ed invitati vari, tutti volti, a parte qualche eccezione, conosciutissimi che si perpetuano ormai con fedeltà assoluta negli anni.

Il programma molto ricco di eventi tesi alla socializzazione conoscitiva tra i fortunati delegati, concentra in appena due giorni quelli sono i temi di interesse generale, relazione introduttiva, dibattito ecc. ecc.

Tocca nello spazio fugace di un’ora la drammatica emergenza umanitaria che stanno vivendo i nostri corregionali in Venezuela, fissa la prossima riunione del CRAM, fa una proposta per il prossimo bilancio, non dimentica di dare un doveroso saluto al monumento agli emigranti alla presenza del Presidente della Regione Abruzzo Luciano D’Alfonso e via di corsa con i conviviali di commiato previsti per il pomeriggio del 30 e la mattina del 31.

Se dovessimo valutare la “quattro giorni” solo da quanto esposto sicuramente il giudizio non risulterebbe positivo e le debolezze insite nella concertazione dei tempi dedicati alle problematiche sul tappeto ne è una chiara dimostrazione, lo evidenzia il fatto di aver relegato nello spazio di una sola ora la discussione sul Venezuela, un paese che sta vivendo una delle crisi socio-economiche e politiche peggiori della sua storia.

A questo si potrebbe aggiungere la “chicca” di effettuare il congresso in un centro dell’Abruzzo interno ricco di si di storia, arte e tradizioni ma forse poco raggiungibile dai principali media nazionali e locali.

Ciò nonostante, debolezze organizzative incluse, auguriamo al Presidente Donato Di Matteo, uomo d’azione e di grande intuiti politico, uno svolgimento del congresso proficuo, nella direzione originaria da lui tracciata del rinnovamento e del ringiovanimento dell’istituzione attraverso una individuazione dei delegati più attenta alla presenza dei giovani vero motore del futuro dell’associazionismo regionale all’estero.

Gianfranco Di Giacomantonio


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