Un fumetto racconta gli ultimi giorni di Stefano Cucchi

La storia di Stefano Cucchi è una di quelle difficili da dimenticare. La sua morte ha fatto e continua  far discutere l'opinione pubblica per quanto è accaduto. Sarebbe impossibile, infatti, non fermarsi a riflettere su quel corpo tumefatto dalle botte, tanto più se consideriamo che stiamo parlando di un ragazzo. Nelle librerie, a partire da oggi, potremo trovare "Non mi uccise la morte", un fumetto realizzato da Luca Moretti e Toni Bruno, incentrato proprio sugli ultimi giorni di vita del giovane.

Le tavole disegnate dai due artisti sono volutamente senza colori. Non c'è infatti alcuna luce sulla vicenda del povero Cucchi, anzi è piena di buio e mistero. Come siano andate realmente davvero le cose, ancora non ci è dato saperlo, ed allora con molta immaginazione e prendendo spunto dalle cronache raccontate sui giornali, la graphic novel ci porta in cella con Stefano, tra un pestaggio e l'altro, non togliendo però mai lo sguardo dal dramma vissuto con gli occhi della famiglia.
Il padre, la madre e la sorella sono ancora lì in attesa di una giustizia che sembra non arrivare mai, ma sopprattutto, hanno dovuto sopportare le parole offensive e poco appropriate dei ministri Alfano e Giovanardi: "Si tratta di una caduta accidentale dalle scale. Cucchi è morto perché anoressico, drogato e sieropositivo". Parole dure per dei parenti che, forse a volte lo si dimentica troppo in fretta, hanno perduto un loro caro.

Cristiano Armati, direttore editoriale di Castelvecchi, ha così spiegato la decisione di pubblicare il fumetto: "Abbiamo deciso di pubblicare questo libro per due motivi: perché siamo una casa editrice romana e questa storia ci ha toccato da vicino e perché vogliamo valorizzare la narrativa che viene dalla strada e storie come quella di Stefano Cucchi sono l'esempio di una poetica a cui ci ispiriamo".

Una brutta storia italiana, raccontata in bianco e nero.

Francesco Balzano