Un giorno per ricordare Mario Magnotta, e non per scherzo

Magnotta day al Parco di Collemaggio

15 Ottobre 2010   08:44  

Il bidello più famoso d’Italia, nel 1986 subì il famoso scherzo telefonico diventato un cult. Ci ha lasciato, a 66 anni, nella notte tra il 4 e 5 gennaio 2009 all’ospedale San Salvatore de L’Aquila. Le sue frasi (e bestemmie) in dialetto durante lo scherzo telefonico (quello della lavatrice appunto, che volevano vendergli a tutti i costi) circolarono dopo poco tempo in tutta Italia. Disperato per l’estenuante pressing del venditore minacciò urlando: “Mi iscrivo ai terroristi”.

Domani 16 ottobre alle CaseMatte, Parco di Collemaggio, una giornata dedicata a Mario Magnotta. Attraverso il racconto degli autori delle storiche telefonate, sarà ripercorsa la storia degli scherzi, tutti i retroscena.

Mario Magnotta su www.abruzzo24ore.tv

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E' morto Mario Magnotta, il re degli scherzi telefonici

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di Alessandro Tettamanti - 2 gennaio 2009


La morte di Mario Magnotta è la morte di un uomo e vanno a tutti i suoi cari le condoglianze più sentite per la sua scomparsa. È però anche la morte di un aquilano diventato simbolo di una aquilanità di cui da oggi gli abitanti di questa città si sentono orfani.

E’ difficile pensare che non ci sia più per chi, come chi scrive, è cresciuto con il suo personaggio.
Un personaggio che all’inizio era una voce su cassetta a cui si veniva a conoscenza prim’ancora, citato attraverso la bocca degli aquilani.
Con il passaparola il nastro si diffondeva sempre di più e intanto il suo contenuto si trasmetteva come un tormentone: la lavatrice pagata, le bestemmie, il climax di quell’incazzatura che arriva a livelli supersonici e ineguagliabili, entravano nel patrimonio espressivo locale come modello dell’esasperazione(per fortuna dovuta solo a uno geniale scherzo). Una poesia dell’incazzatura con punti di alta creatività come “ji me scrivo aji terroristi”, espressione oggi conosciuta praticamente in tutta Italia.
Una volta ascoltato, quel nastro lo avresti sentito decine e decine di volte ancora negli anni a seguire
In molti casi la sua popolarità lo avrebbe fatto diventare il simbolo della tua collocazione geografica per chi non conosce specialmente il capoluogo abruzzese. Allo stesso modo molti aquilani, evidentemente riconoscendocisi, esportavano il messaggio fuori città.
E tutto prima di internet. Gli scherzi iniziati nel 1987 si diffusero ovviamente in analogico con le cassette. Sullo stesso modello in cui si diffondevano i materiali delle sottoculture. Ma Mario Magnotta costituiva un caso a sé.
Aveva dei “parenti” (in altre città sono stati fatti ugualmente scherzi telefonici a personaggi locali) ma nessuno scherzo si è diffuso come il suo. Anche grazie alla grande cassa di risonanza che gli ha fatto Roma e il vicino Lazio tutto dove Mario è “er Magnotta”.
Poi con la televisone locale dell’indimenticabile Giò Kappa, Magnotta è divenuto anche un personaggio televisivo. Fino ad arrivare a internet.
Erroneamente (ma significativamente) sono in molti in Italia a pensare e scrivere che Mario Magnotta sia stato uno dei primi fenomeni di Internet. Le caratteristiche del suo fenomeno inducono a pensarlo e Invece gli scherzi si trasmisero e molto precorrendo il web. Internet lo ha solo rilanciato alla sua maniera. Prima il sito, poi coi social network: myspace, you tube, fino a facebook. I remix delle cassette audio hanno preso una grande notorietà con la rete.
Eppure su wikypedia non c’è. O meglio, è stato cancellato. Una votazione proposta evidentemente da un censore nella community che gestisce il sito, lo ha eliminato per ravvisata non enciclopedicità del personaggio. Ne è nato un aspro dibattito che vi consiglio di andare a leggere. Ora c’è la proposta di intitolargli una via a L’Aquila e speriamo non ci siano censori anche qui e gli sia giustamente riconosciuta almeno la “viabilità”.
Il fenomeno Magnotta ha fatto sicuramente parte anche di una cultura trash, legata soprattutto al bestemmiare. Ma per lui c’è stato anche un’ interesse collettivo speciale, rivolto verso la sua storia-di-vita così particolare e comune: quella di una persona onesta, semplice e spontanea.
Come aveva capito Giò Kappa al secolo Giuseppe Massari. Lui che più volte lo aveva ospitato nei suoi geniali programmi (che ancora aspettano la giusta riscoperta e il giusto sdoganamento) già nel 1988, diceva: “Ho verificato personalmente che quando fai parlare il contadino con la sua faccia rugosa e magari in dialetto, o l’ambulante che vende la frutta nel mercato, ottieni già un effetto dirompente, è la realtà che appare finta, perché non è più rappresentata.”
E’ Mario è stato un grande proprio per questo. Lo scherzo geniale fattogli dai due ex alunni dell’istiutto commerciale in cui era bidello ha tirato fuori qualcosa di “così reale da sembrare finto”. Qualcosa che nessun’attore sarebbe mai stato in grado di fare e che invece lui ha fatto perché vero.
La sua è stata un grandissima, in-consapevole performance e lui un grandissimo performer come sapeva di essere e come infatti dopo lo scherzo ha continuato a fare incontrando e restando nel mondo dello spettacolo.
La sua scomparsa insieme a quella di Giò Kappa, segna la fine di un periodo storico per L’Aquila. La fine di una buona dose di realtà per tutti. La stessa che molti ora non vogliono vedere girandosi dall’altra parte. Che pensano di poter fare i signori e che poi hanno il complesso di essere provinciali al di fuori dell’Abruzzo.
Mario Magnotta invece è piaciuto così com’era mostrando l’aquilano per tutto quello che è compreso quello che di noi non ci piace affatto… ma tant’è!
Un certo snobbismo si è potuto riscontrare alla sua morte. Alcuni media locali non gli hanno dato lo spazio dovuto non riconoscendogli la giusta importanza simbolica. La sua morte è stata accolta in maniera più fredda di come ci si poteva aspettare. D’altronde Mario diceva che non gli piaceva più come una volta la sua città.
Quella città in cui c’è chi è cresciuto con il “mito” di Magnotta e le sue bestemmie. Chiamamoci pure “figli” di Magnotta. Ma intanto chi sta crescendo ora, siamo sicuri sia figlio di qualcuno, qualcosa di migliore?


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