Settimana decisiva per le sorti incerte della maggioranza di
centrosinistra al Comune dell'Aquila. E' da poco cominciato un incontro
tra sindaco Cialente e il gruppo consiliare del Pd, seguiranno nei
prossimi giorni incontri, vertici e tavoli con tutti altri gruppi
consiliari e i i segretari di partito della variegata maggioranza.
Non sarà facile ritrovare compattezza e comunità d'intenti. E' ancora
una ferita aperta il non voto, per mancanza di numeri, dell'accordo di
programma quadro, che prevede la realizzazione da parte del costruttore
Barattelli di un complesso edilizio e commerciale nell'area di
Sant'Antonio nei pressi dei Piazza d'Armi in cambio di 380mila euro
utili a risistemare i vicini e fatiscenti impianti sportivi . Una
scelta legittima e vantaggiosa, per il sindaco Cialente e per i
consiglieri del Pd, seppure con qualche distinguo. Una speculazione
edilizia bella e buona, un'inutile cementificazione senza
programmazione, in un area strategica per la città, secondo
Rifondazione, l'Italia dei valori e Sinistra Democratica, che però è
già uscita dalla maggioranza.
La spaccatura ha però origini più profonde: distanti sono in seno alla maggioranza le idee in tema di urbanistica, e oltre al mattone c'è il macigno, rappresentato dalla soglia di sbarramento al 4% per le elezioni europee, che sarà probabilmente approvato a Roma in settimana e che sta minando, non solo all'Aquila, le alleanze tra Pd e partiti minori nelle amministrazioni locali.
Fuori dal coro il presidente del consiglio comunale Carlo Benedetti dei
Comunisti italiani, che attacca oggi duramente Rifondazione e Italia
dei valori affermando: "non si può dissentire su tutto e poi tenersi
stretti gli assessori".