Un referendum contro gli sprechi della politica

26 Marzo 2007   16:19  
Reduce da uno sciopero della fame durato 25 giorni, l´ex-parlamentare Pio Rapagnà, ora attivista dell´associazione "Città per vivere" di Roseto, ha annunciato di voler promuovere quattro referendum abrogativi finalizzati a ridurre gli sprechi della politica abruzzese. Le leggi che si intendono abrogare sono la 41/1973, la 119/2000, e la legge 22 del 1973. Queste sono leggi relative a cosiddetti stipendi d´oro degli amministratori regionali, che in Italia sono spesso più alti di quelli del Presidente della Repubblica francese o di quello russo. L´ultimo referendum riguarderebbe l´abrogazione di una parte della legge 44/1999, sugli enti di gestione delle case popolari, più volte sotto accusa per la loro sostanziale inutilità a raggiungere l´obiettivo per cui sono nati: dare una casa a chi non se la può permettere. "Esiste un elenco incredibile di leggi - spiega Rapagnà - che fissano le varie somme percepite dai consiglieri regionali, a vario titolo, tra indennita´, rimborsi, diaria, vitalizio, fondo di previdenza, fondo di solidarieta´. per non parlare degli incredibili costi degli enti strumentali della Regione e dei suoi consigli di amministrazione". Rapagnà stima gli sprechi in 150-200 milioni di euro ogni anno, che è l´ammontare degli emolumenti per 3500 dirigenti pubblici. Sarebbe inoltre possibile risparmiare la bellezza di 2.435 milioni di euro con una drastica razionalizzazione nel settore della gestione dei servizi pubblici e delle reti. Di fronte a tutti questi sprechi la società civile, questa è la convinzione di Rapagnà, deve dare battaglia e fare da sola, perchè è molto improbabile che sia la classe politica a promuovere una riforma che tocca direttamente il suo potere e il suo portafoglio. Filippo Tronca

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