Università? No grazie. Calo di immatricolazioni in Abruzzo

14 Novembre 2015   05:00  

Un tempo andare all'Università era considerato prestigioso, appannaggio per soli ricchi. Poi l'Università ha aperto le porte a tutti, diventando così un pianeta raggiungibile anche da chi non era ricco di famiglia ma riusciva, grazie a qualche lavoretto, a pagarsi gli studi. Questo perché, fino a qualche anno fa, andare all'Università era il modo migliore per introdursi nel mondo del lavoro, per riuscire a raggiungere e ricoprire certe posizioni considerate appetibili, come medici, ingegneri, avvocati, insomma, posizioni di prestigio nazional popolare.

Oggi però le cose sono ampiamente cambiate. In un Paese dove gli anziani non hanno che pochi spicci al posto delle meritate pensioni e sono spesso costretti a richiedere all'inps prestito per tirare avanti, non deve stupire se i giovani rinunciano allo studio universitario per dedicarsi da subito alla ricerca di un lavoro. Il perché è presto detto: perché l'Università non garantisce più la certezza di un posto di lavoro. Meglio quindi non perdere tempo tra i banchi di scuola, diplomarsi è sufficiente, e poi correre, possibilmente, all'estero, a cercare un lavoro dignitoso e che faccia guadagnare anche qualche soldo. In Italia, per come sono messe oggi le cose, o ci si inventa un'attività in proprio o ci si accontenta dei 3 euro lordi che si guadagnano nei call center, gli unici che sembrano ancora proporre assunzioni retribuite.

Con questo ragionamento la conseguenza è il vertiginoso calo di immatricolazioni, come quelle di Chieti che sono letteralmente colate a picco. I dati sono stati elaborati dal Sole 24 ore e mostrano come l'ateneo Gabriele D'Annunzio sia scivolato tra le università col minor numero di immatricolazioni. Dal 2011, infatti, queste sono diminuite del 36%, il che tradotto in cifre significa che mancano all'appello quasi 4 mila studenti rispetto a 4 anni fa. Anche all'Aquila le cose non vanno meglio. Infatti l'Università aquilana è al quart'ultimo posto nella classifica delle immatricolazioni universitarie di questo nuovo anno accademico con il 34,8% di immatricolazioni in meno rispetto al 2011. Sono mancati alle iscrizioni più di 2 mila studenti.

I giovani quindi non hanno più fiducia sull'importanza dei libri per il proprio futuro, e non si tratta di un fenomeno che ha colpito solo le Università abruzzesi, ma quelle di tutto il Paese.


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