Un nuovo ceppo del virus del vaiolo delle scimmie, denominato "clade I", sta destando preoccupazione in Africa e non solo. Diverso dal virus che ha causato l'epidemia del 2022, questo ceppo colpisce principalmente i bambini e si trasmette con maggiore facilità, soprattutto attraverso il contatto pelle a pelle. Gli studiosi del La Jolla Institute for Immunology, coordinati dagli italiani Alessandro Sette e Alba Grifoni, stanno indagando sulle caratteristiche di questo virus mutato, le cui implicazioni sulla salute pubblica potrebbero essere significative.
Un ceppo più pericoloso e trasmissibile
Il virus mpox "clade I" ha mostrato di causare infezioni più gravi e un maggior numero di decessi rispetto al clade II, responsabile dell'epidemia del 2022. Secondo quanto riportato dal centro di ricerca statunitense, il nuovo ceppo si sta diffondendo soprattutto tra persone con meno di 15 anni, un fenomeno mai osservato prima su questa scala. Diversamente dal focolaio precedente, che aveva colpito prevalentemente uomini con comportamenti a rischio, il clade I sembra potenzialmente in grado di infettare una gamma più ampia di pazienti, incluse donne e anziani.
Dubbi sull’efficacia dei vaccini attuali
Le ricerche in corso evidenziano che i vaccini attualmente disponibili, come Jynneos e Modified Vaccinia Ankara (MVA), non stanno limitando efficacemente la diffusione del virus. Sebbene questi vaccini siano in grado di attivare una risposta immunitaria, non è ancora chiaro quanto siano efficaci contro il nuovo ceppo del virus mpox. Gli scienziati stanno ora esaminando le sequenze genomiche di questo virus per capire meglio le differenze rispetto al ceppo del 2022 e per valutare possibili adattamenti vaccinali.
Situazione critica in Africa: oltre 20mila casi
Il vaiolo delle scimmie sta colpendo duramente l'Africa, con oltre 20mila casi segnalati nel 2024 in 13 Stati membri dell'Unione Africana, di cui 19.667 nella sola Repubblica Democratica del Congo. Qui, l'epidemia ha già causato 575 decessi. L'allarme si estende anche ad altri Paesi del continente che finora erano stati risparmiati dall'epidemia, e sono stati rilevati casi importati in Europa e Asia.
Le preoccupazioni dell'OMS e le misure di contenimento
L'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha lanciato un piano strategico globale per fermare l'epidemia di mpox. Questo piano prevede misure coordinate a livello internazionale per la prevenzione, il controllo della trasmissione e la risposta alla malattia. Particolare attenzione sarà data alla vaccinazione delle persone a rischio, inclusi i contatti stretti dei casi confermati e gli operatori sanitari.
Il direttore generale dell'OMS, Tedros Adhanom, ha sottolineato l'importanza di un'azione coordinata per controllare e fermare l'epidemia, coinvolgendo tutti i livelli, dalle agenzie internazionali ai partner locali. L'OMS ha stimato un fabbisogno di 135 milioni di dollari per i prossimi sei mesi, necessari per implementare il piano di risposta e prevenzione, e ha lanciato un appello per raccogliere i fondi indispensabili.
L'OMS continua a monitorare la situazione e ha ribadito l'importanza di rafforzare la preparazione contro l'epidemia in Europa, considerato il rischio di ulteriori casi importati. Il livello di rischio per la popolazione generale nell'UE/SEE rimane comunque valutato come basso.