Vasto, Menna: "Dopo sentenza Eternit si sviluppi consapevolezza del disastro"

14 Febbraio 2012   11:19  

Con il giudizio di condanna a 16 anni dei vertici della azienda Eternit, emesso dal tribunale di Torino per la strage dei lavoratori vittime dell’amianto KILLER, e con il risarcimento alle famiglie e alla comunità pubblica, si conclude il processo del secolo iniziato nel dicembre 2009. Ma la strage continuerà ancora perché addirittura in tutta Europa il picco delle morti raggiungerà i 350.000 entro il 2020.

Questi sono i dati della filiera controllata. E che tutto l’ambiente sia contaminato da amianto e che quindi le persone siano esposte a questo micidiale minerale, l’asbesto, è un dato di fatto, in quanto l’amianto esistente all’interno degli stabilimenti produttivi è stato illegalmente sversato fuori e il suo degrado favorisce la contaminazione sulla popolazione attraverso la inalazione provocando oltre che malattie respiratorie, anche quelle patologie tumorali che attaccano altri organi.

Eppure dal 1909 si conoscevano almeno in parte le conseguenze dell’amianto sulla salute umana e che mai è stato osservato nel rapporto di lavoro tra impresa e lavoratore l’obbligo dell’adozione delle misure per la tutela della integrità e della salute del lavoratore da parte della impresa come d’altronde recita l’art. 32 della Costituzione italiana che obbliga alla protezione della salute.

Questa inadempienza grave non è solo da attribuire alla impresa ma soprattutto agli organi istituzionali e quindi allo Stato. Dagli anni 60’ si sapeva degli effetti cancerogeni di questo terribile minerale diffuso in tutto il mondo. Il principio di precauzione e di prevenzione non si è applicato per proteggere le imprese in nome dell’occupazione, della economia e del profitto e del ricatto ricorrendo alla minaccia della chiusura della fabbrica.

Ma per tornare alle cose di casa nostra, a Vasto.

In un convegno organizzato per denunciare i pericoli minerale killer si costituisce un coordinamento di lavoratori della ex SVOA riconvertito Ecofox, che per lunghissimi anni sono stati a contatto con amianto, e che da inizio ad una battaglia giudiziaria per ottenere un riconoscimento dei propri diritti. Nel tempo di esposizione intanto si sono determinate malattie e morti.

Un calvario umano e giudiziario iniziato dal 2003 che culmina nell'aprile 2008 con sentenza del Tribunale di Vasto che riconosce il diritto al risarcimento e alla salute dei lavoratori esposti, e con una condanna di INPS e INAIL. Sentenza confermata dalla Corte di Appello presso la quale i due Enti previdenziali opposero ricorso in Cassazione. La sentenza che vede riconosciuto il diritto in termini di risarcimento di malattia.

Una cosa è da dire: che il comitato esposti di Vasto, nonostante i ripetuti appelli, le sollecitazioni, le campagne di stampa per informare i cittadini sul rischio salute a causa dell'amianto disseminato ormai nell'ambiente, ha dovuto, da solo, lottare per ottenere giustizia, e che a fronte del silenzio di chi avrebbe dovuto rappresentarli, ha dovuto fare ricorso all'estremo tentativo di informare il Capo dello Stato nel 2008 con una lettera accorata e politica chiedendo un suo intervento autorevole per rompere il muro del silenzio.

L'effetto visibile di questo interessamento si è visto, quando in tutta fretta la Regione Abruzzo il 4 agosto 2009 ha promulgato la Legge Regionale n. 11, la quale incentra la sua ratio, certamente sulla individuazione e lo smaltimento dell'amianto, ma soprattutto: 1) sulla sorveglianza sanitaria dei lavoratori ex esposti ad amianto, 2) sulla “adozione di specifici orientamenti regionali relativi alle problematiche sanitarie connesse con l’esposizione professionale in atto, anche mediante il coordinamento dei servizi di vigilanza con i medici competenti; sulla raccolta dei dati epidemiologici”; 3) sull’utilizzo dei dati del Registro regionale dei mesoteliomi sugli effetti neoplastici causati dall’esposizione all’amianto; 4) sulla raccolta di dati sanitari ed amministrativi da strutture ospedaliere ed INAIL, relativamente alle patologie amianto correlate;”

Tutte cose che il comitato vastese esposti ad amianto ha chiesto da anni per il loro caso specifico, ma anche per tutte quelle migliaia di lavoratori della zone industriali sfortunatamente incorsi nella esposizione al minerale killer, che ufficialmente conta oltre 4000 morti l’anno, una cifra ben al di sotto della realtà. Questa battaglia condotta nel silenzio assordante delle forze politiche ha spinto fortunatamente nuovi comitati spontanei di lavoratori della industria Magneti Marelli (Denso) e Pilkington e di altre fabbriche per il riconoscimento dei loro diritti.

Un risultato positivo ma che ancora non diventa consapevolezza del disastro ambientale provocato dall’impiego dell’amianto nei processi industriali; e che ancora non diventa coscienza dell’attuale mondo politico l’obbligo della sorveglianza sanitaria dei lavoratori esposti e della cittadinanza."

Ivo Menna Ambientalista storico rappresentante delle relazioni esterne del Comitato esposti ad amianto.


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