Venturoni, un assessore...in debito sanitario

10 Febbraio 2009   10:20  

Abbiamo intervistato all'assessore regionale alla sanità Lanfranco Venturoni. La sua delega è senz'altro la più delicata. Priorità assoluta in Abruzzo, per di più in tempi di crisi, è infatti  l'abbattimento del debito sanitario. L'ente regionale è segnato da un debito strutturale di tre miliardi di euro e da un preoccupante deficit sanitario che ha portato alla nomina di commissario ad acta da parte del governo per il mancato rispetto del piano di rientro. La sanità abruzzese, oramai lo sappiamo a memoria, divora oltre l’80% del bilancio regionale. La ricetta per mettere la spesa sotto controllo è sempre quella, indigesta e politicamente esplosiva:  ridurre il numero di ricoveri, riconvertire e accorpare i piccoli ospedali , eliminare sprechi e doppioni, tagliare i numeri di posti letto e le prestazioni fornite dai privati,  sopprimere i reparti con ricoveri inappropriati e ripetuti. Ridurre il numero delle Asl e vendere il  patrimonio immobiliare,  ridurre dove è possibile il personale, rivedere i contratti con i fornitori esterni, dove si annidano grandi sprechi di denaro pubblico. Si spede troppo anche per il rimborso delle prestazioni sanitarie erogate per gli abruzzesi che si vanno a curare fuori regione, stimate nel 2008 a circa 32 milioni di euro. Una ricetta da far ingerire mantenendo nello stesso tempo un livello accettabile della prestazione sanitaria. Evitando nello stesso tempo conflitti con quei territori la cui economia si regge intorno all'indotto creato dai piccoli ospedali che ora dovrebbero essere ridimensionati o addirittura soppressi. E poi ci sono i precari della Asl sul piede di guerra, che difendono legittimamente il posto di lavoro. Settecento di loro si sono visti impugnare la norma regionale che dava il via libera all'assunzione. 

Nella consapevolezza che intorno alla spesa sanitaria si muovono interessi enormi e lobby potentissime. Del Turco ne sa qualcosa.
Una delle prime mosse fatte dall'assessore Venturoni è il tentativo di rinegoziare il piano di rientro, di concerto con la conferenza delle Regioni. "Devono cambiare le cifre - ha spiegato Venturoni - perché altrimenti non potremo garantire un’assistenza adeguata. La sanità non si fa solo con la ragioneria".
Venturoni ha ottenuto un  primo successo: l’Abruzzo riceverà il 3,8% in più dal Fondo sanitario. In sede di riparto dei fondi della sanità la nostra Regione si è vista assegnare infatti 2 miliardi 254 milioni,  circa 80 milioni in più, che però saranno assorbiti dalle maggiori spese determinate dall'inflazione e dall'aumento e invecchiamento della popolazione che comportano ovviamente maggiori spese. Una boccata d'ossigeno che dunque non incide sul fronte della riduzione del debito.  e il piano di rientro non può erto essere costruito sull'occhio di riguardo da parte di un Governo amico.

L'amaro calice del risanamento dovrà essere condiviso con il commissario Gino Redigolo, che in materia ha ampi poteri, e in molti casi l'ultima parola. E Redigolo è stato chiaro: in Abruzzo ci sono troppi ricoveri, 240 per mille abitanti di fronte alla media nazionale di riferimento che è 160 per  mille. Ci sono inoltre troppi ospedali: 35 strutture tra pubbliche e private, e troppi ospedali piccoli,  che vanno chiusi o riconvertiti in poliambulatori, Rsa, day ospital, ospedali di comunità. Infine le cliniche private dovranno fare sacrifici. Redigolo ha poi adottato un provvedimento rivolto alle Asl per il contenimento della spesa riferita alle convenzioni con i medici di base, i pediatri, le guardie mediche e le emergenze sanitarie.

Buona fortuna assessore...

FT




Oroscopo del Giorno powered by oroscopoore