Verso lo sciopero generale contro i costi della politica

13 Febbraio 2007   14:05  
In tempi di ticket e vacche magre, imporre sacrifici alla cittadinanza, tendosi ben stretti i previlegi, è un passaggio politico che esalterà pure il virtuosismo tattico dei governanti, ma che ha come effetto collaterale la crescente indignazione dell’elettorato. Il dibattito politico nei giorni scorsi si era concentrato sugli aumenti delle indennità dei consiglieri regionali, dovuti ad un automatismo legislativo, presentato da qualcuno come inevitabile al pari della grandine o dell’alternarsi delle stagioni. E che infatti a febbraio è scattato puntuale, mentre gli stessi consiglieri che hanno beneficiato dell’aumento facevano a gara a dichiararsi contrari a tale fatalità, proponendo varie ipotesi di riforma. Un apprezzabile sensibilità, ammettono i sindacati, ma aggiungono che il taglio dello stipendio del 10% - questa una delle proposte più gettonate - è un po’ poco e si dovrebbe arrivare almeno al 30%. “I consiglieri regionali - afferma poi Silvano Miniati della Uil pensionati - dicono che gli aumenti dipendono dalle leggi. Ma dimenticano di dire che le leggi le fanno loro.” Altro fronte di polemica si è aperto in seguito alla pubblicazione sul quotidiano Il Centro dei numeri relativi alle pensioni d’oro dei consiglieri. Leggendoli Fabio Frullo della Cgil si è dichiarato “incazzato” a nome di tutti i pensionati che sono scesi in piazza sabato contro l’aumento dei ticket. Ad un consigliere regionale bastano cinque anni di lavoro all’Emiciclo e di contributi per aver diritto ad un vitalizio di 2.269 euro lordi a partire dai 55 anni di età. Per i politici più navigati, che hanno collezionato 16 anni di legislatura si arriva alla bella cifra di 6.267, 30 euro lordi. Il costo annuale complessivo delle pensioni degli ex-consiglieri è di 5 milioni di euro, cifra superiore ai 4,5 milioni che grazie ai sacrifici di contribuenti e pensionati comuni serviranno a ridurre per quest´anno il debito della sanità. “Non si possono aumentare le tasse e il costo dei servizi ai cittadini - afferma il segretario regionale della Cisl Maurizio Spina - e contemporaneamente aumentarsi gli stipendi tenendosi stretti i previlegi”. Senza gesti forti da parte della politica in questa direzione i sindacati ritengono inevitabile lo sciopero generale. FT

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