Vespa: rivoluzione per le tasse, ma niente legge ricostruzione

13 Dicembre 2010   13:00  

Nasce "L'Aquila made in", un nuovo marchio gratuito per rilanciare i prodotti del capoluogo abruzzese. E' promosso dal Consorzio per lo sviluppo industriale locale, in collaborazione con la Camera di Commercio e le associazioni di categoria. 

"E' un marchio collettivo e generalista - ha spiegato il presidente del consorzio, Lorenzo Di Marzio - che ci aiuterà ad esportare i nostri prodotti, per questo motivo abbiamo deciso di affidarci a Bruno Vespa che è un 'marchio di fabbrica' della nostra città e il miglior prodotto aquilano in circolazione".

"'L'Aquila made in' - ha detto Chiodi - sosterrà la rinascita del territorio e promuoverà, sotto un unico simbolo, iniziative imprenditoriali, culturali, sociali e istituzionali, per rendere la ricostruzione un progetto comune e condiviso. "Come tutte le crisi - ha spiegato Vespa - è un'occasione per rilanciare l'economia del territorio".

Bruno Vespa è pronto "a fare la rivoluzione con gli aquilani se il governo non darà la proroga delle agevolazioni fiscali", ma non firma - perché non la conosce - la legge di iniziativa popolare.

 Vespa si dice comunque fiducioso delle prospettive finanziarie a sostegno delle aree colpite dal terremoto del 6 aprile 2009, tanto da ritenere superflua una legge di solidarietà.

"Della legge popolare - spiega - ne sento parlare per la prima volta in questo momento, sin da quando ero ragazzo sono abituato a non firmare mai niente senza sapere di cosa si tratta". Rivolgendosi al commissario alla Ricostruzione, Gianni Chiodi, e al sindaco dell'Aquila, Massimo Cialente, entrambi presenti alla presentazione, Vespa rilancia l'importanza dell'immagine di efficienza nella ricostruzione: "Nella percezione pubblica L'Aquila è ferma - spiega - e da aquilano vorrei vedere gli operai sui tetti del centro storico che danno un segno di una ricostruzione che avanza".

"Non si possono prendere voti sulle macerie di una città, né da una parte, né dall'altra". In merito all'informazione, Vespa ha valutato che "subito dopo il terremoto le cose sono state raccontate così come accadevano, poi c'é stata una divisione politica. C'é chi lo racconta in un modo e chi in un altro". Vespa si è detto preoccupato da un clima di tensione generale sfociato in episodi di contestazione su vari fronti. "Avendo una lunga esperienza da cronista - ha concluso Vespa - ritengo che tensioni di questo tipo non portino a nulla di buono, mi auguro che si cambi direzione". 


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