Nel corso della mattinata, i Carabinieri della Compagnia dell'Aquila hanno eseguito l'arresto di due giovani egiziani minorenni, mentre durante la notte è stato individuato e arrestato un terzo connazionale, recentemente diventato maggiorenne. Tutti e tre sono ora detenuti nel carcere per minorenni della capitale, in attesa dell'interrogatorio da parte del giudice per le indagini preliminari.
Il provvedimento, emesso dal giudice per le indagini preliminari del Tribunale per i minorenni dell'Aquila, è il risultato di approfondite indagini condotte dai Carabinieri della sezione operativa, in collaborazione con la Procura della Repubblica per i minorenni dell'Abruzzo. Il caso riguarda un grave episodio di violenza avvenuto lo scorso 11 novembre in città, culminato in rapina e lesioni ai danni di due fratelli di origini albanesi.
I due giovani albanesi, poco più grandi degli aggressori, erano perfettamente integrati nella comunità aquilana. Tuttavia, erano stati presi di mira e accerchiati da un gruppo di stranieri minorenni ospiti di una casa famiglia. L'aggressione ha causato lesioni gravi, con uno dei malcapitati che ha ottenuto una prognosi di 30 giorni.
I fratelli albanesi sono stati colpiti con calci, pugni e colpi di bastone, subendo anche il furto di un portafoglio contenente documenti personali e una carta di debito. Quest'ultima è stata utilizzata dagli assalitori per effettuare pagamenti presso esercizi commerciali della città poco dopo l'aggressione.
Le indagini, che hanno coinvolto testimonianze e analisi di immagini di videosorveglianza, hanno permesso di individuare tutti i soggetti coinvolti e di ricostruire dettagliatamente l'intero episodio. L'informativa dei Carabinieri, sottoposta all'attenzione del procuratore della Repubblica per i minorenni dell'Aquila, ha supportato la richiesta di misura cautelare per i tre egiziani accusati di essere i promotori e fautori dei reati contestati.
Secondo quanto emerso dalle indagini, i tre avrebbero agito con la complicità di altri 5 connazionali, anch'essi minorenni, al momento indagati a piede libero per la loro presunta marginalità nella vicenda. Gli arrestati, rintracciati rispettivamente all'Aquila e a Firenze, sono stati condotti nelle strutture penitenziarie per i minorenni con l'obiettivo di avviare un percorso di recupero e reinserimento nella società.