La detenuta, appena dimessa dall'ospedale, ha ferito l'agente penitenziaria: necessarie riforme urgenti per gestire i detenuti psichiatrici.
Nuovo episodio di violenza nel carcere di Castrogno, dove una detenuta psichiatrica ha aggredito violentemente una poliziotta penitenziaria. Secondo quanto comunicato dal sindacato SINAPPE, la donna, nota per i suoi comportamenti violenti sia verso se stessa che verso altre persone all'interno dell'istituto, ha colpito l’agente con una testata improvvisa. L’attacco ha costretto la poliziotta a recarsi al Pronto Soccorso, dove le sono state riscontrate ferite con una prognosi di otto giorni.
L’episodio ha sollevato nuovamente la questione della gestione dei detenuti con disturbi psichiatrici. Il SINAPPE ha infatti espresso preoccupazione, sottolineando che la detenuta era stata dimessa dall'ospedale solo pochi giorni prima dell'aggressione, dove era stata ricoverata per le sue patologie psichiatriche. Il ritorno in carcere, in un contesto di estrema vulnerabilità per la detenuta, e la convivenza forzata con molte persone, ha aggravato la situazione.
Il sindacato ha criticato la mancanza di una valutazione approfondita da parte del personale sanitario prima di autorizzare il rientro della donna in carcere. Il contesto carcerario, infatti, può essere particolarmente delicato per chi soffre di gravi problemi psichici, esponendo non solo i detenuti stessi, ma anche gli operatori penitenziari, a rischi significativi.
Il SINAPPE ha quindi ribadito la necessità di un intervento immediato da parte dei vertici dell'amministrazione penitenziaria. Tra le proposte c’è l'aumento delle REMS (Residenze per l’Esecuzione delle Misure di Sicurezza), strutture specializzate per ospitare soggetti affetti da malattie mentali che richiedono una gestione diversa rispetto al tradizionale contesto carcerario. Il sindacato ha inoltre espresso la propria solidarietà all'agente coinvolta nell’aggressione, sottolineando come episodi di questo tipo siano sempre più frequenti e rappresentino una criticità non solo per il personale, ma per l’intero sistema penitenziario.
Questa vicenda, infatti, è solo l'ultimo di una serie di episodi di violenza all'interno delle carceri italiane, che mette in luce l’urgenza di rivedere la gestione dei detenuti con problematiche psichiatriche.