Visto da una prospettiva libertaria: Gelmini e l'onda anomala

di Bonifacio Liris

25 Novembre 2008   07:37  

Rifacciamo un attimo il punto di una delle tante problematiche situazioni del nostro paese, di cui, nella caciara mediatica, è facile perdere il filo, tra i salotti di Vespa, quelli della De Filippi e le isolette varie. La cosiddetta “riforma Gelmini” (Tremonti, meglio), cosiddetta “riforma” impropriamente, dato che è l’etimologia per prima a non soccorrere un decreto così catastrofico (il 133 fintamente mitigato, sull’onda delle proteste, dal 180), se è vero che ri-formare significa dare una forma “altra”, un volto nuovo, una forma diversa che non deve per forza coincidere con un melius, ma sicuramente con un qualcosa di “diverso”. Questo decreto è quanto di peggio si possa immaginare.


Un taglio indiscriminato di fondi previsto per i prossimi anni,
fatto senza consultare le parti in campo,  porterà con sé una slavina di danni alla scuola, all’istruzione, e quindi al tessuto sociale di un paese, perché di questo si tratta, quando si taglia la spesa in un settore così delicato; la lungimiranza politica vuole che quando uno stato è in crisi l’ultimo ambito su cui fare dei tagli di spesa è proprio l’istruzione, la scuola e l’università, che sono il cuore pulsante di un paese, la fucina del futuro, di quelle forze nuove che probabilmente riuscirebbero, con una preparazione migliore e più adeguata ad una società veloce come questa, a far fronte ai danni di una politica economica, come quella neoliberista, che ha fallito.

Immaginate i danni alla scuola elementare, fino a ieri “fiore all’occhiello” d’Europa, tra abolizione del tempo pieno e ritorno al “maestro unico”, figura deamicisiana, che, presentato col ritorno al “grembiulino”, in un paese di anziani come l’Italia, può essere buono solo a titillare la nostalgia del bel tempo che fu, ma che fa orrore se calato nella realtà, essendo impensabile, in una società globalizzata, variegata come quella attuale, far gravare sulle spalle di un solo insegnante l’e-ducazione di trenta bambini, educazione che non è un semplice dispensare nozioni, ma la cura di tutti i lati della personalità di un individuo, dalla sua intelligenza al suo comportamento.

E’ vero che ci sono tanti problemi, primo fra tutti quello delle baronie e del familismo, soprattutto nelle università, ma con queste (contro)riforme non si risolvono, le piaghe rimarranno, perché fanno parte dell’equilibrio del sistema, gli sono funzionali e quindi bisogna lottare per eliminare anche e soprattutto questo cancro; ma si sa che questi tagli, come altri in passato, rientrano nella logica privatistica della progressiva distruzione della scuola pubblica, togliendole ossigeno poco a poco, a favore di un’istruzione privata (spesso di carattere confessionale), che appare (deve apparire) l’unica alternativa per chi ha soldi e cerca una scuola la più qualificata possibile.

Allora è auspicabile che questo nuovo movimento diventi davvero un’onda anomala, che continui la sua lotta con rigore e intelligenza, senza reagire alle provocazioni, mantenendosi pacifico e nonviolento, che cresca sempre di più, e che approfondisca la sua coscienza di cambiamento e la estenda a tutti gli ambiti sociali, contagiandoli con entusiasmo, dando vita finalmente a un progressivo risveglio della società.

 

di Bonifacio Liris


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