Acqua Contaminata, Ruzzo Reti Chiede Danni ai Laboratori del Gran Sasso

17 Dicembre 2016   09:54  

Lo scorso 2 settembre a seguito delle consuete analisi nelle acque provenienti dalla condotta del Gran Sasso sono state rintracciate tracce di solventi. Il sistema di controllo che effettua analisi ha immediatamente bloccato l'immissione dell'acqua nel circuito della Ruzzo, il gestore idrico del teramano: la Asl ha vietato il prelievo di questa acqua, divieto che persiste anche oggi.

Il gestore delle acque della provincia di Teramo, la Ruzzo Reti, ha avanzato ora istanza risarcitoria nei confronti del Laboratorio di Fisica Nucleare del Gran Sasso "per via dei maggiori costi sopportati nel processo di potabilizzazione".

Una nota della Regione Abruzzo aveva infatti dichiarato ieri lo stato d'emergenza idrico ''dopo la disposizione cautelativa emessa della Asl di Teramo per le acque provenienti dai laboratori del Gran Sasso dell'INFN. Il provvedimento ha ridotto la disponibilità idrica della sorgente del traforo che non è più in grado di garantire i volumi necessari per l'acqua potabile''.

Ora ecco la richiesta di danni da parte della Ruzzo ai Laboratori. La Ruzzo però si è affrettata a spiegare che in questi mesi "Non è mai accaduto che acqua contaminata sia stata immessa in rete, i sistemi di controllo lo impediscono".

"I sistemi di controllo presenti sulle captazioni del Gran Sasso, qualora vi fossero stati problemi, avrebbero mandato "a scarico" l'acqua che avesse presentato anche lievi anomalie - spiega la Ruzzo - In realtà all'inizio di settembre, nelle captazioni del versante aquilano, furono rilevate tracce di un diclorometano seppur ampiamente sotto i parametri di legge. Prudenzialmente, sia Ruzzo Reti che il Sian della Asl di Teramo hanno effettuato analisi sul pozzetto di derivazione situato in prossimità del Laboratori di Fisica Nucleare del Gran Sasso".

Analisi che hanno confermato che non vi erano superamenti dei parametri di legge.


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