Fondi emergenza: Chiodi e Cialente da Monti. Il Governo è severo ma lascia uno spiraglio

Contratti prorogati per tre mesi e tavolo per valutare i fondi

29 Dicembre 2011   09:39  

Ieri sera l'attesa incontro a Roma con il Primo ministro Mario Monti, per spiegare le esigenze e le mergenze del territorio aquilano, per trovare una soluzione alla grave situazione dei lavoratori precari del comune (170 circa), che dal 31 dicembre rischiavano di andare a casa.

Alle 18: 00 alla fine della seduta del Consiglio dei Ministri il capo del Governo Montia ha incontrato presidente della Regione Gianni Chiodi, dopo di lui l'intera delegazione si è riunita con il premier, in una riunione allargata, dalle 18.30 alle 19.50 cui hanno partecipato commissario vicario Antonio Cicchetti, alla presenza del sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Antonio Catricalà, del vice premier, Vittorio Grilli, del capo dipartimento della Protezione civile nazionale, Franco Gabrielli e del Sindaco dell’Aquila, Massimo Cialente.

Ieri l'assicurazione di un nuovo periodo di respiro: tre mesi, anche stavolta nulla di definitivo, e sempre allo scadere dei tempi, gli aquilani con il fiato sospeso fino all'ultimo istante, tornano oggi a prendere una boccata d'aria. Mario Monti firmerà oggi stesso l’ordinanza con cui proroga fino al prossimo 31 marzo 2012 i contratti dei lavoratori precari e le spese per l’emergenza post terremoto dell’Aquila.

Il sindaco Cialente al termine si è detto soddisfatto dell’esito della riunione (per il Comune dell'Aquila si tratta di un'assicurazione per continuare a lavorare per altri tre mesi in tranquillità) mentre il commissario Chiodi ha deciso di sospendere ogni giudizio almeno per il momento. Immediatamente dopo la riunione però ha commentato "Ci sono esigenze di cassa che confliggono con la volontà politica".

L'idea emersa dall'incontro è che il Governo Monti non elargisce soldi senza valutarne l'effettiva necessità. Il governo vuole valutare bene quali siano le reali esigenze e soprattutto chiede che dalla fase dell’emergenza si passi a quella della ricostruzione. Posizione, questa, condivisa anche da Chiodi e Cialente.

"Bisognerà fare una sorta di spending review", spiega Chiodi, "attivando tutte le procedure acceleratorie della fase della ricostruzione: alla fine ci sarà la riunificazione delle contabilità. Cioè non si parlerà più di emergenza e si potrà attingere anche ai fondi della ricostruzione".

Cialente, soddisfatto, dice "Ho sottolineato che bisogna approfondire le cause dei ritardi che si stanno accumulando per la ricostruzione pesante e che c’è in discussione alla Camera la legge per L’Aquila, che prevede un superamento della fase commissariale e anche un ridimensionamento del ruolo dei piani di ricostruzione. Da parte del governo c’è la necessaria, anche se severa, attenzione."

Per ora quindi, uno specifico tavolo di lavoro sarà istituito per quantificare le risorse necessarie per tutto il 2012. Resta aperta la questione sul piatto i 30 milioni di euro previsti dalla legge 77 per il 2012. Nell'ordinanza che verrà firmata oggi da Monti, dovrebbe esserci un aumento dei fondi per l'emergenza, ma non di molto, forse si arriverà a 50 milioni.

Di fatto si discute di costi, ma posto che Monti svelerà nell'ordinanza le modifiche apportate e che il tavolo che verrà istituito servirà proprio a far comprendere le necessità del territorio e a razionalizzare gli interventi di spesa, vediamo cosa erano andati a chiedere Chiodi e Cialente.

Chiodi in complessivo chiede 136,3 milioni di euro
Per le spese del personale del Comune dell’Aquila e degli altri Comuni del cratere, di Provincia, Abruzzo Engineering e Azienda per il diritto agli studi universitari (Adsu) servono 18,7 milioni di euro.
Per gli interventi di assistenza alla popolazione come contributo di autonoma sistemazione (Cas), sostegno ai nuclei familiari con disabilità o disagio economico e sociale, assistenza agli sfollati alloggiati in strutture ricettive, alberghi, caserme, canoni di locazione, fondi immobiliari, servono 67,3 milioni di euro.
Per altre spese emergenziali, (trasloco e deposito temporaneo di mobili, altre tipologie di spese da rimborsare agli enti locali dopo rendicontazione, come spese per rifiuti, rimozione di pericoli, residui delle tendopoli) per le quali occorrono 31,4 milioni.
Infine, per le verifiche di agibilità sismica, interventi di mobilità sul territorio, infrastrutture emergenziali e messa in sicurezza di frane o dissesto idrogeologico, e per le operazioni gestite da un coordinatore e da co.co.co. ex Protezione civile (44 unità), co.co.co. della Regione (10) e personale di ruolo della Regione, non a stipendio intero (8), servono 18,9 milioni.

Cialente, invece, a fronte degli attuali 30 milioni di euro ne chiede altri 160, per un totale di 190 milioni di euro.
La previsione di spesa quantificata è di 18,5 milioni di euro per il personale precario (tra Comuni, Provincia e Sge), 67 milioni e 337mila euro per l’assistenza alla popolazione colpita dal sisma, 50 milioni di euro per altre spese legate ai rimborsi e agli indennizzi e 54 milioni di euro per il personale di vigili del fuoco e forze dell’ordine, oltre che per l’adeguamento dei bilanci degli enti locali



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