Lega Pro, interrogativo riforma. Cinque club non si iscrivono, forse sette con riserva

Chieti, L'Aquila e Teramo in attesa

30 Giugno 2012   18:46  

Scaduti oggi i termini per le iscrizioni, un grande punto interrogativo si addensa sul futuro della Lega Pro.

Dal Palazzo al momento sembra non trapelare granché. Da una primissima ricognizione, qualche elemento per una parziale analisi, però, sembra esserci. Ripetiamo, parziale, perché di certo al momento c’ è poco.

Innanzitutto sembra non esserci stata la famigerata ecatombe di club (venti circa, si diceva) paventata da qualcuno.

Il dato certo è che, al momento, non iscritte tra Prima e Seconda Divisione sono: Pergocrema, Taranto, Piacenza, Triestina e Giulianova.

Quindi, stando alle mancate iscrizioni, l’ organico complessivo passerebbe da 77 a 72 squadre.

Poi però c’ è una sorta di limbo. E qui si passa d’ obbligo al condizionale. Sette, otto squadre che avrebbero inoltrato una domanda di iscrizione incompleta e che quindi verrebbero iscritte con riserva. Il classico metodo per prendere ulteriore tempo, perché le regole federali, pena qualche punto di penalizzazione, danno ulteriori sette giorni per sanare le domande di iscrizione.

Andria, Foggia, Siracusa, Casale, Melfi, Monza e Spal (quest’ ultima con istanza di fallimento pendente presso il tribunale di Ferrara) sarebbero le squadre che avrebbero presentato domande incomplete. Ovvero prive di fideiussione o prive delle ricevute di pagamento delle spettanze dei giocatori relative al primo trimestre del 2012. Campobasso e Portogruaro, invece, in extremis sembrerebbero aver ottenuto la fideiussione e depositato la domanda. La situazione passerà ora al vaglio della Covisoc, che renderà noto l’ esito l’ 8 luglio. In quella data si conoscerà ufficialmente il numero dei club non ammessi. Se quelli citati, comunque, dovessero essere i numeri, è chiaro che dal futuro di questi sette club dipenderà l’ eventuale riforma.

Se tutte e sette venissero escluse, si passerebbe da 72 a 65 squadre. La qual cosa potrebbe far scattare l’ ipotesi di riforma (due gironi da 22, uno da 21). Se invece le esclusioni dovessero essere parziali, tutto si complicherebbe. Di certo, sopra la chiacchierata soglia del 66, difficilmente si passerebbe da subito ad una serie C unica.

Alessandro Fallocco


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