Montereale: bosco di Patrignone, associazioni e comitati: "Stop alla deforestazione"

17 Settembre 2011   15:39  

Le associazioni Danae e I Patrignonesi e il comitato cittadino Il Caspita sono sul piede di guerra per il taglio degli alberi al bosco di Patrignone, una foresta condivisa tra i comuni di Montereale e Capitignano nella regione Abruzzo e Cittareale (Rieti) nella regione Lazio.

"Patrignone e le foreste comunali che con esso costituiscono un unico ecosistema - spiega il presidente dell'associazione Danae, Francesco Montorselli - sono 'Boschi di Protezione' cioè necessari alla protezione idrogeologica dei ripidi versanti che li caratterizzano. La foresta di Patrignone non è solo un luogo di produzione di legname, ma un ecosistema in equilibrio che produce ossigeno, aAcqua, sostegno idrogeologico, alimento e riparo per animali e piante, ambiente indispensabile per la vita di specie rare e protette, funghi, cacciagione, ecoturismo, puro piacere spirituale, storia del nostro popolo, cultura. 

Stuprarlo come si sta facendo - prosegue Montorselli - produce un impoverimento naturalistico, un’offesa morale a chi ci vive in armonia e lo cura con dedizione, è un’azione illegittima, immorale e deprimente. È importante la tutela dell’assetto idrogeologico e il rispetto delle distanze dai corsi d’acqua e dalle sorgenti, nonché la salvaguardia degli alberi secolari e dell’alto fusto e delle specie a rischio (Salamandrina, Lycaena Dispar ecc. ) e la denuncia di chi non rispetta e di chi non fa rispettare queste pratiche è un’azione di buonsenso oltre che di civiltà.

A Patrignone sono stati tagliati estesi appezzamenti di alberi di alto fusto, alberi secolari e alberi tutelati e protetti da vincoli idrogeologici. Quest’offesa al senso di civiltà e di tutela del patrimonio ambientale e forestale, è diventata intollerabile, questa politica di sfruttamento sta provocando un’insofferenza e un malcontento pronti a esplodere.

Bisogna placare l’ira di chi ama questi luoghi e ritornare sui propri passi riconoscendo gli errori commessi e cambiando le scelte gestionali di questo grande patrimonio per evitare tragedie.

Cosa gravissima - spiega ancora Montorselli - si taglia la vegetazione ripariale lungo i torrenti, si portano mezzi meccanici e si trascinano alberi direttamente dentro i fossi e i corsi d’acqua, con danni irreversibili a questi particolari e protetti habitat, tutelati dal D. R. 8 Maggio 1904 n° 368 art. 134 e ancora dal D. R. 523/1904, e il R.D.L. 3267/1923".


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