Rischio sismico, Gabrielli: "La banca dati del DPC è nota a tutti, anche a L'Aquila prima del 2009"

23 Maggio 2013   16:36  

"Dell’articolo (“Un Paese sull’orlo del sisma” “l’Espresso” n. 20) condivido il messaggio fondamentale riguardante la necessità e l’urgenza della prevenzione sismica, che si attua attraverso misure di rafforzamento delle costruzioni e la messa a punto di adeguati piani di emergenza. Temi sui quali il Dipartimento sta lavorando da quasi vent’anni, troppo spesso purtroppo in perfetta solitudine".

Così il capo della Protezione Civile, Franco Gabrielli, interviene a seguito dell'inchiesta di Fabrizio Gatti sul rischio sismico in Italia.

"In merito all’articolo devo però precisare che le migliaia di schede della banca dati del Dipartimento della Protezione civile (DPC) non sono affatto riservate come scritto.

Al contrario, -continua Gabrielli- essendo uno strumento utile alla pianificazione di emergenza a livello comunale, il DPC le ha sempre messe e continua a metterle a disposizione degli enti locali che nel tempo ne hanno fatto richiesta (tra l’altro, tutti i comuni della Provincia dell’Aquila nel 2007). L’ultimo aggiornamento di queste schede, che tiene conto dei dati del censimento ISTAT 2001, è stato distribuito a tutte le Regioni nell’ottobre 2008, nel corso di una riunione del Tavolo di Protezione Civile delle Regioni, nell’ambito degli Indirizzi e criteri per la micro zonazione sismica elaborati dal DPC congiuntamente con la Conferenza delle Regioni e delle Province Autonome

(sul sito del DPC, a questo link http://www.protezionecivile.gov.it/jcms/…, è disponibile il documento nel quale si trova la descrizione del contenuto del DVD distribuito, tra cui gli scenari comunali).

Mi permetto di rilevare, inoltre,- prosegue Gabrielli- una certa confusione nei contenuti scientifici, soprattutto quando si parla di “allerte” date per attivare le “reti di soccorso”: non essendoci, allo stato, nessuno strumento in grado di fornire al sistema di protezione civile delle previsioni deterministiche (che indichino quando, dove e con quale intensità avverrà il prossimo terremoto) le azioni preventive di protezione civile che possono essere intraprese non sono altro che quelle messe in campo in ordinario, alle quali dovrebbe affiancarsi una seria politica di prevenzione strutturale".

 


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