25 aprile, Pezzopane: "70 anni dopo la lotta per la Liberazione non è finita"

"L’Europa non abbandoni chi fugge da dittature liberticide"

24 Aprile 2015   12:21  

Settant’anni fa, dopo una guerra mondiale durata oltre cinque anni e una guerra civile che ne caratterizzò gli ultimi due, l’Italia e gli italiani potevano dirsi liberi. Liberi dalla guerra, liberi dalla dominazione nazi-fascista, liberi di riconquistare la democrazia che per anni era stata sepolta sotto la scure del ventennio, liberi di darsi nuove regole, di costruire un Paese migliore, una nuova vita.

Sono questi i valori che vogliamo ricordare ogni 25 aprile, da 70 anni a questa parte, e che vogliamo trasmettere ai nostri figli, convinti che non si possa far cadere nell’oblio gli sforzi di una generazione, che ha sofferto e lottato per restituirci un Paese libero e democratico. 

Valori che non sono solo italiani, ma europei, perché l’intera Europa combatté la battaglia per la Liberazione.

Settant’anni dopo ci rendiamo conto che la lotta per la libertà non è finita. Nuovi popoli, al di là del Mediterraneo, stanno combattendo la loro “Resistenza” contro dittature liberticide. Dopo aver combattuto per la liberazione dal colonialismo europeo, per molti di loro la libertà non è ancora arrivata.

La stessa primavera araba è stata una meteora. Anche quei popoli che sembravano aver spodestato il tiranno, ora fanno i conti con una nuova ondata di odio e di barbarie.

Peggio chi non ha mai visto germogliare nei loro paesi neanche un piccolo seme di libertà. Questa gente fugge dalla morte, dalla guerra, dalla disperazione. Sogna una terra di libertà e l’Europa diventa terra di fuga, terra di speranza. 

Oggi il nostro paese e l’Europa intera sono chiamati ad una responsabilità nuova, più alta, nei confronti di questi popoli. Sono chiamati ad assumersi l’onere di garantire loro il diritto alla libertà e alla democrazia. Abbiamo il dovere morale di non voltare lo sguardo altrove, mentre chi fugge dalla barbarie ci chiede “asilo”.

Se vogliamo che i valori della Resistenza e della Liberazione, conquistati 70 anni fa, rimangano vivi e non restino semplice retorica, da ostentare nelle ricorrenze comandate, allora il nostro dovere di cittadini liberi e democratici sarà quello di garantire gli stessi diritti a chi oggi  li reclama. 


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