Fiom CGIL, Fim CISL e Rsu proclamano 12 ore di sciopero, contestando il rinvio aziendale e denunciando la precaria condizione di 46 lavoratori.
A Castellalto, presso lo stabilimento Purem, scoppia una nuova protesta: a partire da oggi, martedì 24 giugno, alle ore 12, è indetto uno stop di 12 ore. La mobilitazione, voluta da Fiom CGIL, Fim CISL e Rsu, è la risposta al rinvio dell’incontro inizialmente previsto per il 23 giugno, ora fissato al 27, giudicato “gestione aziendale inaccettabile”.
Attualmente, 46 dipendenti rischiano seriamente il licenziamento. I sindacati accusano la direzione di mettere in pericolo non solo il posto di lavoro, ma la dignità stessa dei lavoratori, “giocando con le loro vite per proteggere logiche di profitto”. Una strategia definita “intollerabile” che ha generato clima di forte incertezza.
Lo sciopero sarà gestito direttamente dalla Rsu, considerato un segnale forte rivolto alla multinazionale, in assenza di risposte chiare e veloci. Tra le richieste: il rispetto degli impegni sottoscritti, la salvaguardia dei livelli occupazionali e la difesa della dignità delle persone.
La situazione è stata aggravata da licenziamenti precedenti: a inizio giugno l’azienda tedesca ha comunicato via mail la chiusura definitiva dello stabilimento, lasciando a casa 48 lavoratori, senza alcun confronto preventivo con i sindacati. In risposta, i lavoratori hanno organizzato presidi fissi davanti ai cancelli, con blocchi di merci e la partecipazione anche dell’Associazione Gramsci Abruzzo.
Il fenomeno fa il paio con la delocalizzazione: Purem ha trasferito parte della produzione in Est Europa, mentre la fabbrica di Teramo, parte del comparto automotive, riduce drasticamente volumi produttivi, nonostante l’azienda abbia continuato a realizzare utili significativi.
Le istituzioni regionali non sono rimaste inerti: l’assessore Tiziana Magnacca ha convocato l’azienda e avviato un tavolo emergenziale, mentre il PD locale ha chiesto un intervento immediato della Regione, denunciando la strategia aziendale che svuota risorse umane e produttive.