D’Annunzio diceva che il fallimento più grande della vita dell’uomo
stava nel non mettere a frutto gli ARDORI GIOVANILI ovvero quel
desiderio che ognuno di noi serba nel petto di condurre un’esistenza
attiva, viva, operosa, ricca di stimoli intensi, profondi ideali,
attività fiorenti.
D’Annunzio
affermava che solo abbandonandosi appieno alla vita come una foglia
sospinta dalle placide o impetuose acque di un fiume l’uomo poteva
essere davvero felice. Il vitalismo, l’incoerenza e la passionalità
questo contraddistingue l’esistenza di D’Annunzio nei confronti di
tutta la massa di poeti che compiange ciò che avrebbe potuto vivere o
avrebbe voluto vivere.
In mezzo a questo scenario di vita e passione comunque D’Annunzio
nasconde un rapporto molto profondo e complesso con la morte e
principalmente scomporrei la visione della morte in più argomenti
legati dal medesimo filo conduttore