A otto mesi dal G8 i monumenti dell'Aquila restano orfani

Quali paesi hanno mantenuto le promesse?

12 Marzo 2010   13:40  

Erano 45 le opere d'arte dell'Aquila distrutte dal sisma e presentate, durante il summit del G8, dal Capo del Governo Berlusconi all'attenzione dei potenti della terra, perché potessero prenderle in cura.

45 gioielli adottabili, e ad oggi, per lo più, orfani.

Impegni formali sono arrivati da pochissimi Stati: Francia, Russia, Germania e Kazakistan. Per il resto parole ma non fatti.

Come quelle dell’Australia che avrebbe dovuto prendere in carico l’oratorio di S.Antonio de Nardis, in Via Roio, ma nulla è accaduto.

Come quelle di Obama che davanti al disastro di Santa Maria Paganica aveva assicurato l’impegno americano, mai arrivato.

 

Ormai noto l’impegno del Giappone a favore di strutture nuove temporanee.

600 mila euro per l’auditorium, firmato da Shigeru Ban, che sarà di proprietà del Comune co - gestito da Comune, Provincia e Conservatorio “A.Casella”.

Alla realizzazione contribuiranno anche gli interventi di studenti delle facoltà di Ingegneria di L’Aquila e di Harvard.

 

Per ricostruire L' Aquila servono 3 miliardi di euro e almeno dieci anni di lavoro, è quanto dichiarato dal Vice commissario per i Beni culturali Luciano Marchetti.

 

Quando ancora si discute di rimozione di macerie, il patrimonio artistico della città soffre, drammaticamente, per i danni arrecati dal sisma ma anche per le condizioni meteo che, di certo, hanno aggravato lo stato precario della loro situazione. Si va concludendo la fase dei puntellamenti, ma restauri e ricostruzione sono ancora al palo.

E i soldi? Pochi.

 

Impegni paesi esteri

Parliamo degli impegni presi.

Ufficiali quelli di Francia, Russia, Germania e il piccolo Kazakistan.

 

La Francia contribuirà per il 50% al restauro della Chiesa delle Anime Sante, in Piazza Duomo.

 

Il Kazakistan ha stanziato 1 milione e 400 mila euro per la chiesa di San Biagio Amiterno (piazza san biagio), cui si aggiungeranno i finanziamenti, pari a 3 milioni di euro, della Fondazione Banca di Roma, che saranno impiegati per lo più per gli interni della chiesa.

 

Dalla Germania impegno formale a favore della chiesa di San Pietro Apostolo ad Onna, monumento che, però, non rientra tra i 45 adottabili.

 

Anche la Russia sta prendendo impegni formali e sono in trattativa in questi giorni i restauri di Palazzo Ardinghelli e la chiesa di San Gregorio Magno a San Gregorio.

 

"Più del 70 per cento dei beni storico artistici, delle chiese e monumenti del centro storico dell’Aquila sono senza protezione, aggrediti dalla neve e dalla pioggia, destinati a un degrado irreparabile» è  l’allarme è di Alessandra Mottola Molfino, presidente di Italia Nostra. A quasi un anno dal terremoto «la vera ricostruzione della città non è ancora cominciata».

 

Di fatto la maggior parte dei monumenti, compresi nella lista dei 45 distribuita durante il G8 ai grandi della Terra, non è stata adottata.

Una parte di fondi sono arrivati dall’Italia.

Fondi di iniziative italiane

Per la chiesa di San Marco c’è l’impegno concreto pari a 5 milioni di euro della Regione Veneto che si sta occupando anche della messa in sicurezza interna. “La somma, ha dichiarato il Presidente Galan, è prevista nel bilancio triennale della Regione: un milione di euro sarà disponibile nel 2010, due milioni nel 2011 e altri due nel 2012"

 

E’ allo studio il finanziamento che dovrebbe arrivare dal Comune di Trieste a favore della Chiesa di San Pietro a Coppito in una della aree più devastate dal sisma. Allo stato attuale si lavora per stabilire le convenzioni tra gli enti.

 

Atro impegno rilevante è quello del FAI, per Porta Rivera e la fontana delle 99 cannelle. I lavori, in verità, dovevano già partire a fine gennaio ma le condizioni meteo non hanno favorito, a quanto sembra, l’inizio del restauro che dovrebbe avviarsi non appena il tempo sarà più stabile.

Per la zona della Rivera, una della aree più caratteristiche dell’Aquila, c’è anche l’impegno del Ministero dei Beni culturali, che andrà ad incidere sul restauro dell’Ex Mattatoio che accoglierà, temporaneamente, le opere del Museo Nazionale d’Abruzzo, ospitate prima del sisma nell’area più danneggiata del Castello Cinquecentesco.

L’intera area della Rivera sarà quindi presa in cura, ma ancora non è chiaro chi si occuperà della piccola chiesa di San Vito, in realtà non gravemente danneggiata. All’ufficio del vice commissario sono allo studio, al momento, diverse proposte arrivate per il suo restauro.

 

Altri finanziamenti italiani sono:

-         Dalla Fondazione Carispaq 250 mila euro per il completo restauro di Porta Napoli

-         Dal Lions Club di L’Aquila il restauro di Porta Castello

-         Dalla Banca di credito Cooperativo e dall’associazione che riunisce le banche di credito cooperativo, 4 milioni di euro per Palazzo Margherita, la sede comunale

-         Dalla Camera dei Deputati arriveranno i finanziamenti per il restauro dello splendido Palazzetto dei Nobili.

 

Altri interventi sono a carico dell’ACRI, che associa le Fondazioni di origine bancaria, per lo più però si tratta di impegni relativi alla messa in sicurezza.


Fondi statali

Fondi importanti sono arrivati dal MIBAC che, attraverso il c/c “salviamo l’arte in abruzzo”, ha potuto raccogliere 2 milioni e mezzo di euro.

Altro fondo di grande rilevanza i 20 milioni previsti dell’ordinanza della Protezione Civile del 15 agosto scorso per il recupero del patrimonio culturale, grazie ai quali è stato possibile mettere in atto i puntellamenti e la messa in sicurezza generale, che fino ad agosto erano stati realizzati solo dai Vigili del Fuoco.

 

Lo stato attuale del recupero del patrimonio storico-culturale della città è comunque molto complesso. Ci sono situazioni ferme e altre molto indietro. Si sta partendo solo ora con la messa in sicurezza del Duomo.

 

La ricostruzione, inoltre, dovrà arrivare dopo lo smaltimento delle macerie che, nel caso di beni artistici, è quanto mai complessa. Attraverso un nastro i  materiali vengono portati all’esterno lì poi selezionati da un gruppo di tecnici di cui fa parte l’archeologo. Operazione lunga e delicata.

 

Altri fondi

Altri contributi, piccoli ma significativi, arrivano da iniziative singole come quella dell’Italia American Museum di New York che tra i propri visitatori ha raccolto 110 mila dollari che serviranno al recupero della Madonna di Pietranico, scultura rinascimentale di fine 400, conservata, prima del sisma, nel Museo d’Abruzzo, e oggi ridotta in pezzi.

 

Altra iniziativa a favore dell’Aquila è quella del Cd “Domani” (sempre all’interno dell’iniziativa del MIBAC “Salviamo l’arte in Abruzzo”) la cui vendita ha raccolto, fino ad oggi 800 mila euro, a favore della ricostruzione del Teatro Comunale.

 

Verso il futuro

In questi giorni si sta valutando la soluzione da adottare per la Chiesa di Santa Maria Paganica, quasi completamente distrutta. Della chiesa si sono salvate la facciata e il portale,sul lato destro, entrambi di epoca trecentesca. All’interno gli stucchi sono distrutti così come irrecuperabile è il soffitto settecentesco. Questo monumento sarà una sorta di banco di prova.

Si pensa a coprirlo con fibre di carbonio, ma il vero tema è quale soluzione sarà adottata nel complesso. Ricostruzione sul modello originario o, altra ipotesi, “salvare il salvabile” con l’obiettivo di una realizzazione in parte nuova, che non sia quindi una copia di qualcosa che non esiste di fatto più. Decisioni queste che non spettano solo ai tecnici ma che dovranno coinvolgere tutti i cittadini che saranno obbligati in futuro a confrontarsi con una città, certamente diversa, di cui sentirsi ancora protagonisti e non ignari spettatori.

 

(Barbara Bologna)


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