Abusò di donna inferma per sottrarle denaro, condannata suora

Una suora di 62 anni, Giuseppa Iovino, originaria della provincia di Napoli, e' stata condannata dal tribunale monocratico di San Valentino (Pescara) ad un anno e mezzo di reclusione e ad una multa di 400 euro per circonvenzione di incapace. I fatti risalgono ad un periodo di tempo compreso tra il 2000 e il 2005. A far venire alla luce la vicenda una nipote della vittima. Secondo l'accusa la suora, in qualita' di responsabile della casa di riposo Villa Aurora di Alanno (Pescara), avrebbe abusato dello stato di infermita' e di deficienza psichica di un donna anziana ricoverata nella struttura, ora deceduta, e l'avrebbe indotta ad effettuare dei prelevamenti dal libretto di deposito a risparmio nominativo e a versare il denaro in un altro libretto intestato ad entrambe. In particolare nel 2000 l'avrebbe indotta a prelevare dieci milioni di vecchie lire e ad utilizzarli per aprire il libretto cointestato. Nel 2002, sempre secondo l'accusa, l'avrebbe convinta a prelevare e a versare nell'altro libretto cointestato, a firma disgiunta, 47 mila euro. Nel 2004 invece l'anziana avrebbe prelevato 53 mila euro e li avrebbe utilizzati per accendere un libretto intestato solo alla suora. Sempre nel 2000 la vittima sarebbe stata indotta ad aprire un libretto di deposito a risparmio nominativo alla Caripe di Alanno cointestato ad entrambe, con un saldo di oltre 268 mila euro, derivante dalla estinzione dell'originario libretto di deposito intestato solo alla donna anziana. Successivamente sarebbero stati prelevati in totale 200 mila euro utilizzati per l'acquisto di buoni postali fruttiferi. La suora si sarebbe anche fatta aprire e intestare un libretto di deposito a risparmio nominativo alle poste con un saldo di 53 mila euro. Inoltre nel 2001 la suora con il pretesto di dover effettuare alcuni pagamenti per conto della vittima avrebbe prelevato dal libretto della Caripe 40 milioni di vecchie lire con cui poi avrebbe provveduto ad accendere alcuni buoni postali fruttiferi. Infine si sarebbe fatta anche consegnare l'intera pensione pari a 1.358 euro con il pretesto di conservare la differenza per il pagamento della retta mensile della casa di ricovero di 750 euro.