Aeroporto di Preturo, scattano i sequestri per discarica abusiva, indagate 6 persone

21 Ottobre 2014   10:49  

Il Corpo Forestale dello Stato, la Guardia di Finanza e la Polizia di Stato, stanno eseguendo dei decreti di sequestro preventivo (art 321 c.p.p.), emessi dal G.I.P. di L’Aquila, Dr.ssa Guendalina Buccella, nonché un decreto di sequestro probatorio di:

-una parte dell’area interna all’Aeroporto dei Parchi di L’Aquila, di proprietà del Comune dell’Aquila e gestita dalla società Xpress;

-nr. 6 autocarri di proprietà delle ditte Delta Impianti s.a.s. di L’Aquila, Lunari s.r.l. di Rieti;

-beni nella disponibilità della Xpress s.r.l. confiscabili per equivalente fino alla concorrenza di € 36.000.

I soggetti indagati sono: l’Amministratore ed il Direttore Commerciale della Società Xpress, che gestisce l’aeroporto dei Parchi di L’Aquila; un ingegnere dipendente del Comune di L’Aquila, referente per l’Ufficio Sviluppo della struttura aeroportuale; tre imprenditori, titolari delle ditte di autotrasporti suddette.

Tutti sono indagati in concorso per i reati previsti e puniti dagli artt. 110 del c.p. 260 e 256 c.3 del D.Lgs. 152/06, in quanto ritenuti responsabili di traffico illecito di rifiuti speciali e di discarica abusiva.

I provvedimenti in corso di esecuzione costituiscono l’esito di una indagine, durata diversi mesi, mirata alle verifica delle procedure di smaltimento di rifiuti, in particolare terra da scavo e macerie edili, provenienti da edifici privati siti a l’Aquila, distrutti dal terremoto.

In particolare, attraverso dei mezzi pesanti appartenenti alle ditte anzidette, sono stati illecitamente trasportati, scaricati e smaltiti, senza le prescritte autorizzazioni, ingenti quantitativi di macerie (mattonelle – mattoni – marmi – plastiche – tubi – calcestruzzo – fero – asfalto, etc…), poi uniti a della terra di risulta, all’interno di una zona interna all’Aeroporto di Preturo (AQ), a nord della pista d’atterraggio, divenuta una discarica abusiva di 20.000 mq di estensione.

Il sequestro preventivo è inoltre finalizzato alla confisca per equivalente dei beni nella disponibilità della Xpress, che avrebbe ottenuto un ingiusto profitto corrispondente al risparmio delle spese da sostenere per lo smaltimento lecito, non effettuato, dei rifiuti, e calcolato in € 73.000; l’obiettivo era quello di realizzare, a costo zero, la nuova area di sicurezza di fine pista, avente la finalità di riduzione del rischio per gli aeromobili, in caso di atterraggio lungo o uscita fuori pista. Il risparmio di spesa ammonta a circa 36.000 €.

Contestato dalla Società Xpress pure l’illecito amministrativo p. e p. dal D.Lgs. 231/01 legato al reato compiuto con la violazione del D.Lgs. 152/06 sopradescritto, in quanto la stessa traeva un rilevante vantaggio patrimoniale dal non adottare un modello di organizzazione e di gestione idoneo a prevenire reati della specie di quello verificatosi.

L’attività d’indagine, coordinata dal Procuratore della Repubblica, Dr. Fausto Cardella e dal Sost. Proc. Dr. Fabio Picuti, è stata svolta, congiuntamente, dalla Squadra Mobile della Questura di L’Aquila, dal Corpo Forestale di L’Aquila, dal Nucleo di Polizia Tributaria della Guardia di Finanza di L’Aquila.

Durante la fase investigativa si è accertato che le ditte di trasporto prelevavano, tramite i loro autocarri, da 4 cantieri edili insistenti su edifici demoliti, siti a L’Aquila, terra e materiale di risulta, per poi trasportarlo e scaricarlo all’interno dell’area aeroportuale; il tutto in assenza di autorizzazioni al deposito e documenti di trasporto, senza che, peraltro, detto materiale venisse analizzato e trattato.

Più di 300 gli scarichi effettuati, con diversi autocarri, provenienti da L’Aquila e Rieti, tra i mesi di marzo e di maggio del 2014, ripresi e documentati dalla Sezione Crimimalità Organizzata della Squadra Mobile, che ha individuato anche il sito di scarico interno all’aeroporto, nel quale poi il Nucleo di Polizia Giudiziaria Ambientale del Corpo Forestale dello Stato, recentemente costituito presso la DDA di L’Aquila, con la collaborazione del NIPAF, Nucleo Investigativo di Polizia Ambientale Forestale, del Comando Provinciale CFS di L’Aquila , ha accertato la presenza del rifiuto speciale. Il Nucleo di Polizia Tributaria della G.d.F., del Comando provinciale di L’Aquila, si è occupato degli accertamenti bancari, fiscali e tributari di specifica competenza.

 


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