Allarme diossina in un raggio di 2 chilomentri

01 Agosto 2008   09:17  

Ieri  il direttore regionale dell’Arta Gaetano Basti ha convocato un incontro urgente con i responsabili di Asl, Comuni e Provincie di Chieti e Pescara, presentando una mappa illustrativa dei punti di maggiore ricaduta dei fumi tossici causati dall’incendio di domenica mattina nel deposito di rifiuti di Chieti Scalo. Nel frattempo cominciano ad essere effettuati  i prelievi necessari per verificare quanta diossina c’è nelle zone interessati; i campioni verranno, poi, mandati alla omologa Agenzia regionale per la tutela dell’ambiente della Toscana, dal momento che l’Arta abruzzese non possiede gli strumenti adatti  per effettuare questo genere di esami. Per i risultati bisognerà, però, aspettare la fine dell’estate. Intanto, il responso delle analisi di aria e acqua (quella di risulta dopo la ripulitura dei rifiuti bruciati), fatte dall’Arta appena dopo l’incendio, ha accertato la presenza di benzene, metalli pesanti e parecchie altre sostanze tossiche, principalmente nelle zone comprese in un raggio di circa due chilometri dal luogo dell’incendio: via Amiterno, via Aterno, via Vella, via Tirino, Madonna della Vittoria, contrada Fasoli, Casone del tratturo, Villa Reia, Palazzo, Vallemare, Casoni. Appena toccata Cepagatti, totalmente escluso, invece, il Colle. Ai Comuni e alle Asl delle zone interessate è affidato il compito di prendere precauzioni circa la bonifica di queste aree. “Noi non abbiamo competenza di questo genere di interventi”, continua il direttore regionale dell’Arta, e possiamo dare come abbiamo fatto durante la riunione, solo delle indicazioni su comportamenti da assumere, come lavare molto bene i prodotti delle zone dove ci sono colture, se si tratta di frutta non mangiarla o sbucciarla. Se nelle aree di ricaduta sono comprese delle piazze, lavarle in modo che le sostanze tossiche non si alzino e restino a terra. Ma sono misure igienico-sanitarie che devono adottare gli enti locali interessati che devono attrezzarsi”, conclude Basti. Intanto, la procura della Repubblica di Chieti, prosegue le indagini per identificare i responsabili dell'incendio è dovrà sicuramente tenere in considerazione l’importante lavoro dell’Arta, che attualmente è chiamata a fronteggiare 25 emergenze ambientali, senza avere alcun punto di riferimento.

(IP) 


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