Allarme stupri. Iniziato smantellamento campi nomadi a Roma

Guarnieri: pregiudizio nei confronti dei Rom

16 Febbraio 2009   17:54  
Tre stupri in tre giorni. Sembra lo slogan di una banda di malviventi in lotta contro lo Stato. Invece è la realtà. Quella dura, caotica e frammentata di un'Italia sotto costante assedio. Una guerra quotidiana, non solo caratterizzata dalla crisi socio-economica, ma anche da quella mediatica che propone sempre nuove psicosi, nuove guerriglie ideologiche, come quella che ha visto negli ultimi giorni scatenare un raid razzista contro alcuni lavoratori romeni in un locale della Capitale, metropoli europea da sempre in pacifica e civile convivenza con le svariate etnie che la abitano, la percorrono, la caratterizzano.

Il raid. E' successo ieri sera in un Kebab turco abitualmente frequentato da romeni. Il locale si trova nei pressi di via Latina, nella zona di Porta Furba, sull' Appia, poco distante dal parco della Caffarella, scenario dell'ultima brutale aggressione ai danni di una coppietta di ragazzini romani, 14 anni lei, 16 lui, il cosiddetto stupro di San Valentino. La tenera età dell'adolescente aggredita, le notizie relative ai due stupri precedenti avvenuti a Bologna e Milano, l'aria di crisi, precarietà e disagio economico che sta investendo le fasce deboli del Paese,  l'attenzione mediatica prevalentemente focalizzata sulla razza degli aggressori , e chissà cos’altro, devono aver contribuito a creare un mix letale di xenofobia, violenza gratuita ed evidente assenza di raziocinio, tali da spingere un gruppo di uomini ancora non identificati, a spaccare le vetrine dell'esercizio turco, irrompere selvaggiamente nel locale e ferire 4 romeni, di cui due hanno riportato ferite e contusioni tali da richiederne il ricovero.

UN PROBLEMA DI ORDINE PUBBLICO

Una rappresaglia annunciata quella di via Latina, la strada che costeggia l'ampia valle della Caffarella, 300 ettari di campagna appartenenti alla Roma antica, ora disseminata di accampamenti e baracche abusive per lo più abitate da rom e stranieri . Nella stessa zona, poche ore prima del raid razzista, si era svolta una manifestazione di Forza Nuova per la sicurezza. La mattina dopo lo stupro i residenti del posto si sono svegliati di fronte a scritte razziste siglate con la croce celtica: "Occhio per occhio, dente per dente" recita uno degli slogan impressi sulle mura del quartiere. Un messaggio pericoloso, che sposta l'attenzione sulla razza, sul gruppo etnico, piuttosto che focalizzarla sulla ricerca dei responsabili, peraltro ancora non noti alle forze dell'ordine, impegnate nella stesura di un identikit che possa guidarle nelle indagini.

Il fatto è che la gente è stanca. Il momento non è facile, mentre fin troppo facile è la proiezione del dolore e dello stress sulle minoranze da parte di una collettività in crisi. E’ successo e può aver luogo ancora. Che cosa c'entravano quei lavoratori romeni seduti a mangiare nel locale turco con gli aggressori della ragazza stuprata nel parco la sera precedente? A rispondere gli stessi abitanti del quartiere romano, stanchi di subire il disordine sociale di un'integrazione mai realmente compiuta. "Orinano sui secchioni dell'immondizia, fanno il bidè alla prima fontanella, nonni e genitori sono obbligati ad accompagnare figli e nipoti a scuola, per non perderli mai di vista" racconta una donna madre di due figlie. Altri si sentono invasi, derubati del verde che circonda le loro case, un tempo percorso da sportivi e ciclisti, ed oggi zona a rischio stupro. Come a dire che se non ci pensa lo Stato a controllare, educare, sanzionare, si dovrà agire da soli, per proprio conto. Un'eventualità purtroppo sempre più vicina alla realtà.

LE MISURE DEL GOVERNO

Partono intanto le misure di sicurezza disposte dal sindaco Gianni Alemanno per ristabilire l'ordine pubblico nella metropoli romana. Dopo lo stupro al parco della Caffarella, il Primo cittadino ha annunciato lo sgombero degli insediamenti abusivi e delle baracche situate nella pineta di Castelfusano. Si tratta di 78 nuclei abitativi dei quali circa 28 saranno smantellati prima di questa sera. L'operazione, coordinata dagli agenti della Polizia di Stato dell'Ufficio Prevenzione Generale e Soccorso Pubblico, durerà una settimana e vedrà il coinvolgimento di un centinaio di esponenti delle forze dell'ordine.

Dopo aver presenziato allo smantellamento di un insediamento abusivo nel polmone verde di Castelfusano, Alemanno ha espresso il suo disappunto nei confronti di quanti mirano a forme di giustizia privata, riferendosi in special modo al raid razzista consumato nel Kebab turco sull'Appia: "C'é chi vuole speculare sulla paura della gente, sulla voglia di riscatto e sulla rabbia, e noi dobbiamo dire con chiarezza che non è pensabile farsi giustizia con le mani proprie. E'evidente- ha continuato il sindaco- che si tratta di un segnale molto negativo e pericoloso. Vogliamo coinvolgere i cittadini in un'opera di attenzione al territorio per rendere più agevole l'intervento delle Forze dell'ordine, ma deve essere sempre finalizzata ad un più rapido intervento di queste, mai alla violenza né alle ronde che si fanno giustizia da sole".

Al fine di scongiurare altri episodi di violenza sessuale, e di trasmettere ai cittadini il senso di una maggiore tranquillità sociale, Alemanno ha chiesto al governo di varare un decreto ad hoc, in grado di anticipare ossia, alcune delle misure contenute nel disegno di legge sicurezza approvato dal Senato, e in particolare quella che nega la concessione degli arresti domiciliari a chi è accusato di stupro. Oltre al patrocinio gratuito per le vittime di violenza e l'aumento degli organici relativi alle forze dell'ordine, è contenuta nello stesso decreto la possibilità, per i sindaci, di utilizzare un certo numero di volontari per il controllo del territorio.

RONDE CITTADINE E INFORMAZIONE DISTORTA

Un'iniziativa che secondo il parere di molti rischierebbe di legittimare comportamenti violenti e razzisti, specialmente in considerazione del fatto che la gestione mediatica dell'allarme stupri appare ancora troppo spettacolarizzata e poco informativa: ieri il giornalista di un noto programma televisivo ha placidamente affermato che gli stupri sono “quasi sempre commessi da clandestini”. Un "quasi sempre" di troppo se si considera che nell'arco del 2008, in Italia, soltanto il 10% degli stupri è stato commesso da immigrati. Si sarà sbagliato? Forse. Ma in assenza di un'informazione corretta appare comprensibile la preoccupazione di chi teme la ronda cittadina come un potenziale raggruppamento di soggetti inclini al fanatismo e alla xenofobia.

IL VATICANO ALLA POLITICA ITALIANA: NIENTE PREGIUDIZI

Timori, e inviti ad una maggiore responsabilità istituzionale nella gestione mediatica di tali gravi episodi, giungono anche dalla città del Vaticano, preoccupata che si generalizzi eccessivamente e si punti il dito esclusivamente contro le comunità straniere presenti nel Paese. In rappresentanza dei vescovi italiani, il direttore dell'Ufficio pastorale per gli immigrati e rifugiati della Fondazione Migrantes ,Gianromano Gnesotto, ha spiegato come gli stupri siano considerati atti brutali e ingiustificabili dagli stessi immigrati, "quelli che portano avanti un'esistenza dignitosa, i primi a prendere le distanze da questi fatti, i primi a restarne penalizzati". La maggior parte degli immigrati, ha aggiunto Gnesotto, è di fatto "estranea a questi fatti criminosi".

In risposta alle accuse di buonismo mosse da alcuni esponenti della maggioranza nei confronti di chi chiede maggior rispetto per gli stranieri nella gestione e nella trattazione di notizie che li vedono coinvolti in quanto categoria, l'esponente della Cei ha affermato: "buonismo e cattivismo sono ad uso e consumo del linguaggio dei mass media. Altra cosa sono i valori della nostra Costituzione e della giustizia che deve fare il suo corso e che non hanno niente a che fare con cattivismo e buonismo. Si imbocchi dunque con risolutezza la via dell'equità, della giustizia e delle regole sagge - ha concluso Gnesotto- ma ricordando che l'opinione pubblica è facilmente manovrabile e proprio perché malleabile ci deve essere una forte responsabilità delle istituzioni quando parlano o agiscono in relazione a questi fatti criminosi".  

ROM E SINTI, UN "CAPRO ESPIATORIO"?

"Possibile che per lei, sindaco di Roma, ogni tipo di criminalità che accade a Roma è sempre riconducibile a rom e sinti? Ormai questi sono diventati dei capri espiatori". Ad affermarlo Nazzereno Guarnieri, Presidente della Federazione Rom e Sinti, che in una lettera aperta a Gianni Alemanno, muove una serie di critiche relativamente ad alcune dichiarazioni che il primo cittadino romano avrebbe fatto in seguito allo stupro della quattordicenne romana, supponendo ossia che i due stupratori fossero rom solo perchè "di carnagione scura". Ma Guarnieri va oltre, criticando anche l'ipotesi di una "stabilizzazione dei campi rom entro l'anno", annunciata dal Sindaco nei giorni scorsi, e scrive:  "Ci chiediamo per farne cosa? Lei è consapevole che finché la scelta politica sarà il travaso dei campi nomadi non cambierà nulla, semmai si aggraverà?".

Nella pubblica missiva il presidente della Federazione Rom ricorda di aver presentato ad Alemanno un progetto a costo zero, volto allo smantellamento dei campi nomadi e a favore dell'integrazione etnica: "i campi nomadi devono essere subito smantellati e subito impegnate le risorse destinate a questa disastrosa scelta per fare una adeguata politica abitativa, costruire case anche per Rom e Sinti. Lei non ha mai risposto alla nostra richiesta di collaborazione gratuita per migliorare le condizione di vita di Rom e Sinti a Roma, e questo ci porta ancora a credere che Rom e Sinti siano un capro espiatorio perfetto per la ricerca del consenso, e per mettere in atto solo politiche clientelari e di assistenzialismo culturale".



Giovanna Di Carlo

 

 


Oroscopo del Giorno powered by oroscopoore