"Allegri per la Vita", quando il calcio è solidarietà

L'allenatore del Milan in Abruzzo per la lotta al cancro

10 Ottobre 2011   15:25  

Il calcio ha un fascino misterioso: spesso la sua aura quasi sacrale ci avvolge e ci fa credere che la nostra vita ruoti attorno ad un pallone. Eppure, dovremmo saperlo bene, si scende in campo una volta a settimana, o almeno era così fino a qualche tempo fa. Lo sa bene Massimiliano Allegri, ex calciatore di Pescara, Cagliari e Perugia, attualmente allenatore del Milan e Campione d'Italia in carica. Il tecnico livornese non si è mai fatto scappare una parola fuori posto, né mai ha rilasciato dichiarazioni eclatanti, anche quando forse poteva farlo, ha preferito parlare sempre con i fatti, sempre sul campo.

Anche questa volta il “Conte Max” non ha voluto far proclami ma è andato dritto al sodo, come piace a lui. “Allegri per la vita”, non a caso, è il nome del nuovo progetto della onlus L'Aquila per la vita, che si occupa di cura e assistenza domiciliare di malati di cancro.

Alcuni l'hanno definito strafottente, altri lo accusano di essersi montato la testa da quando siede sulla panchina del Club più titolato al mondo, ma Allegri ha voluto rispondere così, con il cuore, come poteva fare solo una persona elegante come lui. In fondo, se lo chiamavano “Conte” un motivo doveva pur esserci.

E così, il tecnico scudettato ha deciso di diventare il testimonial di questa nuova iniziativa benefica della onlus aquilana: Allegri presterà la sua immagine, ovviamente a titolo gratuito, per la realizzazione di cartoline che saranno destinate a far conoscere il lavoro di un'associazione, formata da psicologi, oncologi e fisioterapisti, con il fine di raccogliere fondi per finanziare il lavoro di medici che lavorano senza ricevere un centesimo di contributo pubblico.

Dal Gennaio 2010, la Fondazione “Umberto Veronesi” è partner di L’Aquila per la Vita ai fini della realizzazione di in Centro di Ricerca e Formazione sulle Cure Domiciliari Oncologiche.

Anche per uno che ha praticamente lasciato la moglie sull'altare, in stile “Se scappi ti sposo”, non ci è voluto molto ad accettare una proposta come questa.

Il bagno di folla che ha letteralmente preso d'assalto l'allenatore rossonero, oltre ai meriti calcistici, gli avrà riconosciuto anche questo: in un calcio monopolizzato da imprenditori russi e sceicchi c'è ancora chi scende in campo per partite molto più importante, quelle per la vita.

Ne sarà stato fiero anche Giovanni Galeone che, come un padre che segue silenziosamente le gesta del suo figlio “calcistico”, ha potuto assistere e condividere all'affetto della gente per un uomo che, solo con l'aiuto delle proprie forze, ha scalato l'Olimpo del calcio italiano.

Il sostegno e la vicinanza di un personaggio del genere darà ai malati assistiti dai medici di “L'Aquila per la vita” un motivo in più per stare “allegri”, perchè la vita è come il calcio: si vince più facilmente con il gioco di squadra. Anche contro il cancro.

Daniele Polidoro


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