La Direzione investigativa antimafia di Napoli sta sequestrando nel basso Lazio e a L'Aquila beni per oltre 100 milioni di euro a un'organizzazione contigua al clan dei Casalesi, applicando anche la misura della sorveglianza speciale con obbligo di soggiorno per 3 anni a tre pregiudicati.
Societa', ditte individuali, fabbricati, terreni, vetture e rapporti finanziari nella disponibilita' di Gennaro De Angelis di 66 anni, Aladino Saidi di 33 e Antonio Di Gabriele, di 65, sono stati sequestrati a Castrocielo, Cassino, Aquino, Frosinone, Formia, Gaeta, Roma e L'Aquila.
Il provvedimento, ai sensi della normativa antimafia, e' stato emesso dalla sezione Misure di prevenzione del tribunale di Frosinone. L'operazione e' stata chiamata "Verde bottiglia".
De Angelis e' un 'vecchio' affiliato del clan dei Casalesi che intorno al 2000 ha costituito un gruppo autonomo, ma sempre legato alla camorra casertana, nel basso Lazio, dove si e' dedicato prevalentemente alle truffe legate all'importazione di auto in maniera illegale dalla Germania, rivendendole in quella regione. Per questo tra i beni sequestrati, oltre a societa' immobiliari che gestiscono villette e condomini sul litorale di Latina, nelle zone 'bene' tra Scauri e Formia ci sono numerosi autosaloni e vetture di lusso. L'uomo negli anni '80 era vicinissimo al boss Antonio Bardellino, perdente nella guerra di camorra contro Francesco Schiavone, il capo dei capi dei Casalesi.
De Angelis, su consiglio dell'altro boss dei Casalesi, Franesco Bidognetti, per fare 'atto di sottommissione' gli regalo' una Jaguar verde bottiglia (da qui il nome dell'operazione) che poi Schiavone distrusse contro il cancello della sua villa con una manovra errata. De Angelis e' imputato a piede libero a Roma per associazione a delinquere di stampo mafioso e nel 2009 era stato destinatario di un'ordinanza di custodia cautelare nonche' di un primo sequestro beni per diversi milioni.
Alcuni dei suoi affiliati hanno gia' subito un processo con rito abbreviato ma solo per organizzazione a delinquere finalizzata alla truffa. Di lui parlano una decina di collaboratori, da Carmine Schiavone, che gia' nel 1993 lo indico' come garante dei Casalesi nel basso Lazio, a Domenico Bidognetti che, tra l'altro, racconta l'episodio della Jaguar.
Tra i beni sequestrati dalla Direzione investigativa antimafia di Napoli a tre componenti di un gruppo legato al clan dei Casalesi, al cui vertice c'e' Gennaro De Angelis, anche immobili in provincia di L'Aquila. Sigilli infatti sono stati apposti a due immobili a via Cucchiarelle a Rocca di Mezzo, formalmente intestati a Michele De Angeli, figlio del referente dei Casalesi nel basso Lazio.