Anziani emigrati rientrati: Razzi interroga il ministro Ferrero per

15 Novembre 2007   10:01  
Molti anziani emigrati sono rientrati negli anni in Italia per trascorrere nel Paese d’origine la loro vecchiaia, ma non tutti navigano in buone acque. In molti, inoltre, pagano la lontananza di figli e nipoti che, sempre per ragioni economiche, non possono essere loro vicini. Per queste persone Antonio Razzi (nella foto), deputato di Italia dei Valori eletto in Europa e componente del Cram Regione Abruzzo, ha chiesto un intervento fattivo del Ministero della Solidarietà sociale indirizzando una interrogazione a Paolo Ferrero. "Molti connazionali residenti all´estero – si legge in premessa - lamentano lo stato di abbandono e di lontananza dei loro genitori anziani, che per motivi di età avanzata e di non autosufficienza sono spesso ricoverati in case di riposo qui in Italia; la condizione di residenza all´estero pone i figli nelle condizioni di non poter usufruire delle agevolazioni previste per i nuclei familiari che devono provvedere alla cura e assistenza di anziani non autosufficienti; la vicinanza a figli e nipoti, la possibilità di sentirli accanto proprio in una fase della vita che rende la persona umana più sensibile ai rapporti ed agli affetti familiari – osserva Razzi - è la migliore e più efficace terapia possibile; l´amore di figli e nipoti lenisce la sofferenza di chi vive una condizione di non autosufficienza e di mancanza di autonomia personale. "Gli anziani in dette condizioni – prosegue il deputato di origini abruzzesi - sono spesso emigrati rientrati in Italia dopo il pensionamento e oggi vivono con difficoltà la lontananza con figli e nipoti, che sono rimasti all´estero per lavoro; gli importi delle loro pensioni spesso non sono sufficienti a garantirgli il ricovero in luoghi di cura all´estero vicini ai propri figli". Alla luce di tali considerazioni, Razzi ha chiesto a Ferrero se "non reputi opportuno intervenire per prevedere misure di solidarietà sociale volte al ricongiungimento di questi nuclei familiari, anche promuovendo interventi di sostegno economico diretto, o procedure di fiscalità agevolata, o accordi speciali bilaterali con i Paesi esteri in cui si sviluppano questi casi".

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