Appalti G8 e ricostruzione: Chiodi sentito per due ore dai Pm

Il governatore: Io, come un cinghiale accerchiato

21 Settembre 2010   09:33  

Il Governatore della Regione Abruzzo Gianni Chiodi e commissario per la ricostruzione, e' stato ascoltato ieri sera dalla Procura distrettuale antimafia dell'Aquila come persona informata dei fatti nell'ambito dell'inchiesta sugli appalti per il G8 dell'Aquila e per la ricostruzione post-terremoto. In particolare, il Governatore e' stato invitato dai magistrati a chiarire il contenuto di una intercettazione telefonica con Riccardo Fusi (presidente dimissionario della Btp, azienda di costruzioni di rilievo nazionale che faceva parte del Consorzio Federico II che, secondo l'accusa, avrebbe ottenuto appalti grazie a pressioni politiche) con il telefonino del coordinatore nazionale del Pdl, Denis Verdini, che l'imprenditore aveva chiamato mentre era in compagnia di Chiodi a Roma. I due presero accordi per vedersi, ma in seguito il governatore ha sempre smentito che ci sia stato l'incontro. Oltre a Chiodi, la Procura antimafia dell'Aquila ha intenzione di sentire il Capo della Protezione civile, Guido Bertolaso e il direttore della Carispaq dell'Aquila, Rinaldo Tordera. Sono testimoni dell'inchiesta avviata per verificare la regolarita' delle procedure nell'assegnazione degli appalti per il rifacimento della scuola Carducci, della sede della Carispaq, la cassa di risparmio dell'Aquila, la ristrutturazione della caserma Campomizzi. E dovranno chiarire l'iter seguito per la concessione dei lavori al consorzio Federico II dopo l' iscrizione nel registro degli indagati del presidente Ettore Barattelli e il coinvolgimento del patron della Btp Riccardo Fusi, entrambi imprenditori e dello stesso Verdini. Gli accertamenti dei carabinieri del Ros devono stabilire se l'assegnazione delle commesse sia stata agevolata dalla concessione di contropartite, ma anche se i costi siano stati gonfiati per favorire le aziende.

Chiodi aveva detto al Tgr
"Il problema non e' la magistratura, il problema e' il clima che si e' creato, che e' un clima da caccia alle streghe, mi sembra di stare ai tempi della Santa Inquisizione. Non sono inquisito, nessuno me lo ha detto e lo so da me perché quando una persona non ha fatto nulla di irregolare essere inquisito non se lo aspetta. Quello che dico e' che non si puo' andare piu' avanti cosi', quindi noi dobbiamo crescere e dobbiamo secondo me far si' che questa regione possa sprigionare quella che e' tutta la sua potenzialita'". Lo ha detto oggi (ieri, ndr) nel corso di una intervista al Tgr Regionale, il Governatore della Regione Abruzzo, Gianni Chiodi, commentando l'inchiesta della Procura della Repubblica dell'Aquila sugli appalti per il G8 dell'Aquila e per la ricostruzione post-terremoto. Chiodi, insieme al Capo dipartimento della Protezione civile, Guido Bertolaso e al presidente della Carispaq, Rinaldo Tordera e' stato convocato in Procura quale persona informata dei fatti. "Non vogliamo passare - ha proseguito - per coloro che alimentano questi rischi. La vicenda di Verdini (Chiodi fa riferimento ad una intercettazione telefonica finita nell'inchiesta in cui parla con Verdini, coordinatore nazionale Pdl, ndr) e' chiarissima. Mi si dice al telefono di prendere un caffe' poi questo caffe' non e' mai stato preso. Per quanto mi riguarda non c'era nemmeno un'ombra e pero' nonostante cio' le ombre le diffondiamo. Mi sento un cinghiale e davanti a me vedo cacciatori che cercano di impallinare il cinghiale appena possono, sia in maniera giusta che ingiusta, magari mediatica ma io avviso tutti - ha chiosato il Governatore dell'Abruzzo - la guerra la vince il cinghiale non i cacciatori".
Nell'inchiesta sono indagati uno dei coordinatori nazionali del Pdl, Denis Verdini, il 42enne imprenditore aquilano, Ettore Barattelli, e Riccardo Fusi, presidente del Consorzio Federico II e presidente dimissionario dell'impresa di costruzioni Btp, socio dello stesso consorzio. Nell'inchiesta aquilana sono ipotizzati vari reati, diversi da indagato a indagato, tra i quali corruzione e abuso d'ufficio. Tale indagine e' la "costola" di quella della Procura di Firenze che ha portato all'arresto, tra gli altri, del presidente del Consiglio superiore dei Lavori Pubblici, Angelo Balducci, dell'imprenditore Diego Anemone, e al coinvolgimento dello stesso Bertolaso.
Alla Procura dell'Aquila nei giorni scorsi sono arrivati nuovi documenti, in particolare le risultanze delle indagini dei Ros. L'inchiesta ruota intorno al Consorzio Federico II, costituito all'Aquila dopo il terremoto da tre imprese di costruzioni aquilane (oltre alla famiglia Barattelli, Vittorini-Marinelli ed Equizi) e dalla Btp per aggiudicarsi appalti nell'emergenza e nella ricostruzione. Secondo l'accusa gli imprenditori avrebbero preso appalti e cercato di accaparrarsi altre commesse grazie all'amicizia con alcuni politici di rilievo nazionale. In particolare la Procura distrettuale antimafia, in collaborazione con quella Nazionale, che ha distaccato all'Aquila il sostituto Olga Capasso, tende ad approfondire procedure e costi dei lavori nella caserma "Campomizzi", appalto vinto da Marinelli&Equizi, e subappaltato per una parte alla famglia Barattelli, e di quelli sulla realizzazione del Musp della scuola media Carducci. In quest'ultima occasione i magistrati vogliono far luce sull'iter: all'appalto comunitario ha risposto l'associazione temporanea d'impresa costituita dalla capofila Cmb di Martinsicuro e dalle imprese Vittorini Emidio e Btp. Dopo l'aggiudicazione per un importo di circa 7 milioni di euro, l'Ati ha coinvolto in regime di subappalto la famiglia Barattelli e l'impresa Marinelli. In sostanza, hanno lavorato individualmente le quattro imprese del Consorzio Federico II che e' in fase di scioglimento.


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