Appello per L'Aquila: "No al salotto urbano di Piazza Duomo, un vero Frankenstein urbano"

21 Gennaio 2013   11:14  

"Perché siamo contrari a una galleria commerciale nelle viscere del centro storico."

Lettera aperta del Gruppo urbanistica di Appello per L'Aquila circa l'idea, presentata nei giorni scorsi dal sindaco Cialente, di un salotto urbano sotto piazza Duomo

"Negli ultimi giorni il Sindaco Massimo Cialente ha annunciato la presentazione di una proposta di project financing relativa alla realizzazione, sotto Piazza Duomo, di un centro commerciale sotterraneocon annesso parcheggio da 500 posti auto. Il finanziamento ammonta a circa 36 milioni di euro e il Comune ha 90 giorni per pronunciarsi sul punto.

Noi di Appello per L'Aquila siamo contrari all'accoglimento di tale proposta e ci opporremo radicalmente alla realizzazione dell'ennesima grande opera inutile, l'ennesima grande speculazione ai danni di un tessuto urbano già devastato.

Le ragioni che sostengono la nostra posizione sono le seguenti:

1) La priorità assoluta è la ricostruzione.

A quasi quattro anni dal sisma, il centro storico è ancora una città fantasma. Le pratiche relative alla ricostruzione sono scandalosamente ferme, confinate in un limbo istituzionale, nella più totale incertezza: non si sa chi deve fare cosa, né quando e con quali modalità lo farà. Tanto è vero che, al momento, nessuno fa nulla. È tutto immobile.

Ora, in una situazione del genere, invece che mettere al centro la ricostruzione, si mette al centro (sia metaforicamente, sia materialmente) un'opera mastodontica, di grandissimo impatto e di dubbia opportunità. Sì, l'opera sarà finanziata da privati, è vero. Ma costa comunque alla nostra collettività, consuma comunque nostre risorse. Basti pensare alle risorse procedurali: ci saranno dei dipendenti comunali che dovranno istruire la pratica, elaborare ed affinare il progetto, approvarlo, poi dovrà essere elaborato il bando, si dovrà svolgere una gara,  dovrà essere seguita la fase di esecuzione, probabilmente ci saranno delle controversie e dei contenziosi. In poche parole, il Comune avrà una bella gatta da pelare.

Si pensi, inoltre, agli aggravi che la realizzazione del salotto sotterraneo comporterà alle attività di ricostruzione nell'area circostante Piazza Duomo: un cantiere di dimensioni spropositate andrà ad aggiungersi ai già numerosi cantieri che dovrebbero partire in zona, con tutte le inevitabili complicazioni legate al transito e lavoro dei mezzi in spazi già limitati.

2) L'intervento è avulso da qualsiasi pianificazione: manca un'idea di città. Commercio diffuso o ancora centri commerciali?

E' difficile per un cittadino farsi un'idea della validità di questo progetto soprattutto perché non è affatto chiara la cornice nella quale si inquadra. Il pericolo è vedersi disegnata la città futura da una serie di interventi estemporanei, svincolati da qualsivoglia visione unitaria. Una sorta di Frankenstein urbano in cui nessuno si riconosce.

Qualcuno ha studiato la dimensione del commercio nel centro storico dell'Aquila che verrà? Il centro commerciale sotterraneo sarà compatibile con l'idea di centro commerciale aperto e diffuso che il vecchio centro storico incarnava? Quella dimensione è stata ormai abbandonata e non avrà posto nella città ricostruita? E, se sì, chi lo ha deciso? Non abbiamo risposte perché manca il progetto complessivo della nuova città.

Già al tempo contestammo il piano di ricostruzione che, nonostante la sua lunga gestazione, non contiene un'idea chiara di città. In mancanza di questa visione unitaria, qualunque speculazione ha vita facile, perché qualsiasi cordata di imprenditori disposti a rischiare avrà carta bianca. Noi, invece, vogliamo che ogni singolo intervento sul centro storico sia parte di un percorso chiaro e condiviso, un percorso pianificato. Solo così tutti potranno comprendere il processo di ricostruzione e vigilare affinché il risultato di quest’ultima sia una città che parte dalle sue tradizioni e raccoglie la sfida dei tempi e della natura.

In tale prospettiva il project financing non è di per sé un male. Anzi, si rivela uno strumento prezioso per la realizzazione di infrastrutture di pubblico interesse. Il presupposto, tuttavia, è che ci sia un'amministrazione comunale in grado di valutare quali siano, quali caratteristiche debbano avere e dove vadano collocate le dette infrastrutture. A tal fine, il Comune deve svolgere un'analisi dei bisogni della collettività e, su quella base, decidere quali interventi sono necessari a soddisfare tali bisogni; in sintesi, il Comune deve pianificare lo sviluppo della città. Solo su questa base, potrà valutare l'utilità o meno delle opere proposte.

Senza pianificazione, invece, la città diventa terra di conquista, dilaniata da una serie di interventi volti a soddisfare l'esclusivo interesse dei finanziatori. 

3) No alle grandi opere inutili. Sì alle piccole opere indispensabili.

La nostra città porta sulle spalle il peso di una serie di grandi opere, rivelatesi poi completamente inutili: basti pensare al mega-parcheggio di Collemaggio e alla metropolitana di superficie. Anche in quei casi si scelse la strada delle grandi opere, dei grandi investimenti improvvisati.

Perché non impariamo dalla nostra storia?

Come ha ammesso anche Cialente, non è affatto scontato che l'opera si riveli un successo. Secondo il Sindaco, l'eventuale fallimento del progetto, è un rischio degli investitori privati.

Ma le cose non stanno così: un'opera di quelle dimensioni, anche a prescindere dai costi di realizzazione, rappresenta un costo e un rischio per la città. Che ci facciamo con un'altra mastodontica infrastruttura inutilizzata? Chi la mantiene? E i possibili contenziosi? E se poi, per una serie di difficoltà di esecuzione non escluse con chiarezza (basti pensare all'eventuale rinvenimento di reperti storici o a problemi legati alla composizione del sottosuolo), l'opera rimane incompiuta?

Sia chiaro, noi non siamo per l'immobilismo. Pensiamo, tuttavia, che il Comune debba innanzituttorealizzare le piccole infrastrutture indispensabili, prima di correre grandi rischi imbarcandosi in imprese titaniche di dubbia utilità.

Qui si parla in pompa magna di realizzare un salotto urbano sotterraneo sotto Piazza Duomo, quando in periferia (dove, al momento, vive la quasi totalità della popolazione), mancano i marciapiedi, non si fa la manutenzione ordinaria delle strade e delle fognature, l'illuminazione notturna è del tutto carente, non c'è l'ombra di una panchina! Per non parlare dell’intollerabile assenza di piazze, luoghi di aggregazione, aree verdi attrezzate.

Perché il Comune non indirizza i capitali privati verso la realizzazione di opere, forse meno appariscenti, ma più utili ed ugualmente remunerative per gli investitori? Avere in gestione una serie di locali che si affacciassero su una piazza in periferia, ad esempio, non garantirebbe un introito ai privati che si offrissero di realizzarla? Questo deve fare il Comune: indirizzare e non inseguire i capitali privati.

Noi in merito abbiamo numerose idee e non mancheremo di portarle avanti.

4) Rifiuto della strategia dell'urgenza e adozione di effettivi strumenti partecipativi. Necessità di un ampio dibattito su scelte così rilevanti.

La proposta di realizzare il parcheggio e il centro commerciale sotto Piazza Duomo, non solo viene dal nulla, mancando una qualsiasi pianificazione di riferimento, ma cala dall'alto, in assenza di spazi e strumenti idonei a permettere un dibattito effettivo sul punto. Per l'ennesima volta la partecipazione della Cittadinanza alle decisioni fondamentali sul governo della città è resa, nei fatti, impossibile in virtù di una presunta urgenza tutta da dimostrare. Ma non esiste urgenza che possa abbreviare i tempi e i percorsi decisionali per un'opera tanto impattante sul centro storico. La filosofia che "fare subito" è sempre e comunque meglio di "fare bene" ha già lasciato a questa città 19 new town ingestibili e un disagio sociale sempre più incontenibile. È ora di abbandonare le dinamiche emergenziali che giustificano qualsiasi iniziativa.

Strumenti partecipativi realmente vincolanti per l'Amministrazione, come l'Urban Center, proposto da tempo da Policentrica, permetterebbero alla Cittadinanza di essere continuativamente coinvolta nel processo decisionale, uscendo definitivamente dalla logica delle scelte last minute prese nelle segrete stanze.

Per queste ragioni, ribadiamo nostra la contrarietà alla realizzazione del centro commerciale e del parcheggio sotto Piazza Duomo, alla quale ci opporremo con decisione, dentro e fuori il Consiglio Comunale. In tale prospettiva, invitiamo tutte le forze politiche presenti nel Consiglio comunale a prendere una posizione chiara sul punto. Inoltre, auspichiamo un coordinamento con tutti i soggetti interessati a costituire un fronte comune a difesa della nostra città e del nostro territorio."

 

 


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