Approvata a Pescara la Legge regionale Decreto Sviluppo

03 Maggio 2012   22:27  

“Via libera alle ristrutturazioni sul territorio di Pescara, con demolizione e ricostruzione dell’esistente, per rilanciare il mercato dell’edilizia, senza incrementare le percentuali di consumo del territorio, ma consentendo i cambi di destinazione d’uso, misura utile soprattutto per la riconversione di quegli ex opifici ormai dismessi, inutilizzati, e abbandonati da decenni sul territorio che costituiscono elemento di degrado. Strutture che potranno essere utilizzate a fini abitativi previo parere del Consiglio comunale. L’amministrazione comunale di Pescara esprime il proprio plauso per l’approvazione, da parte del Consiglio regionale, della legge regionale di accettazione del Decreto Sviluppo, grazie all’azione di pressing di alcuni consiglieri regionali proponenti”. Lo hanno detto l’assessore alla Gestione del Territorio Marcello Antonelli e il capogruppo comunale Pdl Armando Foschi commentando il voto del Consiglio regionale sulla proposta di legge avanzata dai consiglieri Lorenzo Sospiri, Federica Chiavaroli ed Emiliano Di Matteo.

“La legge – hanno ricordato l’assessore Antonelli e il capogruppo Foschi – è nata  innanzitutto dalla consapevolezza istituzionale di dover individuare misure utili per contrastare la crisi che oggi investe il settore dell’edilizia, una situazione di stallo in parte determinata dalla necessità di fermare il consumo indiscriminato del territorio avvenuto nel ventennio precedente, destinando a verde e servizi gli spazi liberi rimasti, ma dall’altro lato, senza dubbio, dalla crisi che più in generale ha investito il paese mettendo in difficoltà soprattutto le piccole e medie imprese. Il progetto ha preso inizio dal Decreto Sviluppo 106 del 2011, e in una parte del Decreto sono codificate le norme che permettono di ristrutturare, anche previo abbattimento e successiva ricostruzione dell’esistente, proprio per far ripartire l’edilizia, una misura che a Pescara potrebbe riguardare i vecchi opifici industriali e artigianali delle nostre periferie, che potrebbero lasciare spazio a palazzine a uso abitativo-residenziale. Dopo l’emanazione del Decreto Sviluppo molti Comuni sono rimasti congelati non avendo l’esatta contezza dell’applicazione della misura legislativa stessa. E nel frattempo nei mesi scorsi è sempre cresciuto l’allarme, soprattutto di sindacati e associazioni di categoria: duemila posti di lavori persi a Pescara negli ultimi due anni nel settore edilizio secondo la Cisl; addirittura 10mila i posti di lavoro persi nel 2011 secondo la Cgil sull’intero Abruzzo; e poi ancora il fallimento del Piano Casa secondo l’Ance; il calo dell’occupazione dell’1,4 per cento secondo Istat e Cresa. A Pescara si è iniziato a studiare la materia per capire come intervenire ed è stata redatta una proposta di legge che punta a dare attuazione concreta al Decreto Sviluppo: il cardine vincente del dispositivo – hanno proseguito l’assessore Antonelli e il capogruppo Foschi – è la certezza su quali sono le modalità e i criteri da seguire per ristrutturare partendo dalla vecchia edilizia industriale e artigianale che ha smesso di svolgere la propria funzione, dunque riutilizzando l’esistente senza incrementare il consumo del territorio e prevedendo in tal senso una minima premialità. Tale procedura garantisce anche la riqualificazione del territorio con l’eliminazione delle strutture di degrado, e fornisce anche al Consiglio comunale i criteri da seguire per concedere eventuali cambi di destinazione d’uso. Non solo: come previsto nel Decreto, tutti i cambi di destinazione d’uso devono essere monetizzati, il che significa un nuovo flusso economico nelle casse dell’Ente pubblico e considerando che in soli 4 mesi di vigenza della nuova normativa dei sottotetti abbiamo introitato al Comune di Pescara ben 400mila euro, è facile immaginare che con la nuova legge potremo andare a incassare un gettito proveniente dall’edilizia, ma senza consumare il territorio. E’ evidente che ogni cambio di destinazione d’uso dovrà passare all’esame del Consiglio comunale che manterrà il proprio ruolo di disciplina del territorio. Quella legge restituirà impulso allo sviluppo dell’attività edilizia, alla rigenerazione del territorio e alla riqualificazione e sostituzione del patrimonio edilizio esistente”.

 


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