Arischia, ai confini del cratere. L'inverno è arrivato anche qui. Gli oltre 150 sfollati che ancora vivono nella tendopoli autogestita saranno alloggiati in parte nei palazzi del piano Case, pronti a dicembre, in parte nelle case di legno del piano Map. Ma i lavori, nel secondo caso, ancora non cominciano e manco a dirlo, anche qui gli sfollati non vogliono saperne di andare a vivere in alberghi lontani anche per solo qualche mese.
Ci sono poi altri problemi. La nuova scuola, ricavata in un prefabbricato usato durante il G8 è stata piazzata troppo lontano dal paese, in un fosso che nel '56 fu travolto da oltre tre metri d'acqua.
Tutto tace intanto nel paese che nella parte alta è stato quasi completamente distrutto. Si teme che il gelo comprometta definitivamente la tenuta dei palazzi ancora recuperabili, e che non sono stati ancora messi in sicurezza. In molti temono che il paese non sarà mai più ricostruito. Qualcuno, come la signora Irene, vorrebbe subito tornare a vivere nella sua casa agibile in zona rossa, dove però tutto procede con estrema lentezza.
Nel servizio intervista ai consiglieri di circoscrizione Fabrizio Taranta e Claudio Salomone, alla cittadina Irene Baiocchetti.