Arma negata a un imprenditore, il Tar: desueto utilizzo contanti

20 Maggio 2010   09:40  

La necessità di andare in giro con grandi quantità di denaro contante non giustifica il possesso di un'arma.
Lo ha stabilito il Tar che con una sentenza ha respinto il ricorso di un imprenditore pescarese che aveva chiesto il rinnovo del porto d'armi.
L'amministratore unico di due società, titolare di porto d'armi dal 1988, un anno fa si era visto negare dalla prefettura di Pescara il rinnovo della licenza, che l'uomo riteneva utile soprattutto in quelle occasioni in cui si recava nelle ore serali negli stabilimenti per portare via titoli e valori.
I giudici amministrativi hanno respinto il ricorso, ricordando i due aspetti sulla cui base la prefettura può decidere di non rinnovare un permesso di porto d’armi già concesso per anni: nel caso in cui colui che ne beneficia abbia abusato dell’arma in dotazione o abbia con la sua condotta determinato una diminuzione della sua affidabilità o nel caso si trovi in condizione di non avere più necessità di un porto d’armi.
Nella concessione della licenza si tiene anche conto delle condizioni di sicurezza pubblica nella zona interessata, valutando quindi se nel corso del tempo ci sia stato un miglioramento dell’ordine pubblico o al contrario sia aumentato il pericolo che malviventi possano impadronirsi dell’arma.
In questo caso invece i giudici hanno sostenuto che "notoriamente l’utilizzo di contanti e simili risulta allo stato decisamente in regresso, per cui la stessa situazione di pericolo del ricorrente non appare allo stato tale da giustificare il porto d’armi". In sostanza, è ormai desueto l'utilizzo di contanti. L'imprenditore se ne faccia una ragione, e trasferisca tutti i suoi denari magari su un bancomat o su una carta di credito.
Per un ristoratore, sempre di Pescara le cose sono andate diversamente. In questo caso l'utilizzo della pistola è stato giustificato dal fatto che a fine giornata non può che ritrovarsi con una grande quantità di soldi in contanti. Per di più ha avuto la sfortuna di ricevere la visita di ladri per ben due volte, al ristorante e in casa. Così all'uomo è stato riconosciuto il diritto di girare armato, desiderio che il ristoratore aveva da tempo ma che si era visto disattendere già due anni fa, quando la prefettura - sulla base di una nota della questura - aveva ritenuto che non erano emerse situazioni di pericolo attuale o di reale minaccia e che in ogni caso l’attività di controllo nel territorio provinciale "garantiva l’ordine e la sicurezza pubblica".
L'uomo, che in precedenza era già titolare di porto d'armi, fece ricorso, e grazie a un rapporto dei carabinieri, favorevole al rinnovo della licenza proprio alla luce dei due furti, si è visto rinnovare la licenza.


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