Aria pesante e tensione palpabile ieri pomeriggio all'assemblea provinciale del Partito democratico dell'Aquila, dalle espressioni dei militanti si leggeva grande delusione e fra i dirigenti non c'è stato spazio per l'autocritica.
Difesa a spada tratta di Ottaviano Del Turco da parte del segretario Michele Fina, che nella relazione introduttiva, per argomentare le sue ragioni, è ripartito dalla legalità profusa da Paolo Borsellino, con un tributo al magistrato.
Non siamo un tribunale e non dobbiamo diventarlo, è stato ribadito, ma l'intento è contraddetto successivamente, quando con fermezza e decisione si afferma che ad oggi l'impianto accusatorio ha fornito ben pochi riscontri.
Una voce di rottura è venuta da Fabio Ranieri, della sinistra Pd, che ha esortato ad abbandonare le logiche delle decisioni prese nelle segrete stanze, ed a rimettere in discussione, se mai vi fosse stata, l'organizzazione del partito.
La constatazione più
amara, ma probabilmente la più esatta, è quella nei confronti del
partito dell'astensione, che, ha detto Fina, in questi giorni è
quello che ha guadagnato più consensi. (MS)