Il batterio killer di cui in Italia non vi è traccia sta mettendo in ginocchio l'agricoltura anche in Abruzzo.
Nel Fucino, dove operano ben le oltre 3mila aziende agricole, ad esempio stanno crollano le vendite degli ortaggi.
Molte primizie come il radicchio vengono conservate nei frigoriferi, altri prodotti vengono addirittura interrati.
Gli agricoltori sono pronti ala mobilitazione per ottenere lo stato di calamità naturale, che in questo caso di naturale ha ben poco.
Spiega al quotidiano il Centro il direttore di Coldiretti L'Aquila, Raffaello Betti : ''Il problema nella Marsica è simile a quello del resto dell'Italia il forte calo dei consumi registrato nelle ultime settimane ha prodotto danni ingentissimi nelle aziende agricole per la mancata vendita dei prodotti.
I 210 milioni di euro stanziati dal commissario europeo sicuramente non basteranno per sanare i danni generati da questa psicosi. Siamo in attesa di sapere come compilare le domande per i rimborsi e a chi inviarle''.
LA SITUAZIONE IN ITALIA
Il batterio killer continua a seminare infezioni e vittime, queste ultime non solo fra i contagiati. A causa dell’allarmismo ormai diffuso e della scarsa lucidità con cui l’Unione Europea e il governo tedesco affrontano a livello mediatico la crisi, molti agricoltori sono a rischio chiusura. Le perdite nel settore ortofrutticolo sono ingenti, in particolare per quanto riguarda il comparto cetrioli e soia.
A scendere in piazza sono i rappresentanti di Coldiretti. Le manifestazioni si sono poste il duplice scopo di mettere in luce i danni procurati all’agricoltura italiana dalla disinformazione proveniente dall’Unione Europea e di come i prodotti nostrani siano in realtà sicuri e quindi ingiustificato il conseguente calo delle vendite. All’ingresso del Mof di Fondi, il più grande mercato ortofrutticolo italiano, sono stati distribuiti ai visitatori quei prodotti rimasti invenduti a causa della psicosi.
Secondo quanto affermato dalla Coldiretti sulle pagine de La Repubblica:
''L’obiettivo della mobilitazione è quello di superare la psicosi ingiustificata che ha determinato il crollo negli acquisti a livello nazionale e all’estero, ma anche quello di sostenere la richiesta italiana di risarcimento per i 100 milioni di euro di danni subiti dal Made in Italy alimentare, a seguito del crollo delle esportazioni e del calo dei consumi sul mercato nazionale, in occasione del Consiglio dei Ministri dell’Agricoltura dell’Ue di Lussemburgo.''
''L’associazione dei coltivatori italiani ha diffuso alcune sue elaborazioni statistiche basate sui dati dell’Eurobarometro, dalle quali emerge un quadro non certo rassicurante per i produttori. A livello nazionale addirittura il 56% verrebbe condizionato nei suoi acquisti da un’esposizione mediatica negativa, divisi tra il 43% che esclude gli alimenti menzionati durante un’emergenza alimentare per un certo periodo di tempo e il 13% che li evita in maniera definitiva''.
Chiara la posizione del presidente di Coldiretti, Sergio Marini:
L’Italia deve chiedere i risarcimenti alle competenti autorità europee per i danni economici subiti ingiustamente dai produttori di frutta e verdura nazionali.
che sottolinea poi come:
''analoghe richieste sono già state formulate dal Portogallo e dalla Spagna per i ritardi e le incertezze accumulati nell’affrontare l’emergenza che hanno alimentato la psicosi.''