Beppe Grillo, Samanta, le morti bianche, e la crisi benefica

Il comico in collegamemento telefonico

10 Marzo 2009   18:42  

IN COLLEGAMENTO TELEFONICO BEPPE GRILLO - Presentato a L'Aquila il libro "Morti bianche" dell'abruzzese Samanta Di Persio.

Un bel momento di riflessione su un un grave problema riassumibile in un dato:   4 morti ogni giorno nei cantieri italiani. Nel corso del dibattito è stato sottolineato che si muore più oggi che negli anni '80. E questo perché una volta un lavoratore seguiva un percorso professionale, era accompagnato alla nuova professione. Oggi un giovane viene affittato dalle agenzie interinali. Dopo tre giorni senza nessuna preparazione si ritrova a guidare un muletto. E così si legge poi che un operaio è morto schiacciato sotto un muletto. 

Era atteso a L'Aquila  Beppe Grillo, grande supporter dell'iniziativa editoriale, ma un grave problema familiare glielo ha impedito. E' intervenuto però in collegamento telefonico. Non ha parlato solo di morti bianche, ricordando che in Giappone nei cantieri di Renzo Piano non è morto nessuno, mentre in Italia ogni volta è una strage. Ha affrontato anche la questione dei termovalorizzatori all'indomani degli arresti di Colleferro: "La verità degli inceneritori - afferma Beppe Grillo sta venendo fuori, una vergogna pagata con i soldi degli italiani, omicidi fatto oggi e accaderanno tra 20 anni". Al suo pubblico da anche una buona notizia: le centrali nucleari non si faranno, e nemmeno il Ponte sullo Stretto, perché non c'è un euro"   "La crisi economica - conclude - ci farà bene, è come uscire da un coma. E'  l'occasione per rifare le cose dal basso. Ci guarderemo indietro e ci chiederemo come abbiamo fatto a votare questa gente".


Quando un operaio muore i politici di destra, di sinistra e di centro si indignano.
Quando un operaio muore domani Prodi fa il decreto legge.
Quando un operaio muore Topo Gigio Veltroni candida gli industriali, “ma anche” un sopravvissuto della Thyssen Krupp.
Quando un operaio muore Ichino dice che “Da noi manca la cultura delle regole”.
Quando un operaio muore il Presidente della Repubblica soffre e auspica in televisione.
Quando un operaio muore Maroni dice “Non è colpa dei governi, perché le leggi ci sono”.
Quando un operaio muore nessuno parla della legge 30, dei precari, dei ricatti che subiscono, della legge del padrone e degli estintori vuoti “altrimenti vai a casa”.
Quando un operaio muore, oggi Fassino e D’Alema, ieri Berlinguer e Pertini.
Quando un operaio muore il padrone ha già messo i soldi da parte.
Quando un operaio muore la vedova e i figli finiscono in mezzo a una strada.
Quando un operaio muore i sindacati dichiarano uno sciopero di solidarietà di due ore.
Quando un operaio muore la colpa è del casco, se l’è cercata.
Quando un operaio muore la colpa è che se si lamentava per l’insicurezza veniva licenziato subito perché precario.
Quando un operaio muore è un assassinio, quasi sempre.
Quando un operaio muore faceva un lavoro a rischio, doveva succedere.
Quando un operaio muore si danno incentivi alle aziende che diminuiscono gli incidenti e non si chiudono quelle che producono i morti.
Quando un operaio muore è perché la sicurezza è troppo onerosa per la Confindustria.
Quando un operaio muore è un fatto di business, qualcuno ci ha guadagnato sopra.
Quando un operaio muore se faceva il politico campava cent’anni.

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